Il vantone


Anno

2010

Genere
commedia

In scena
fino al 13 novembre |
Teatro Della Cometa, Roma

Autore
Plauto
Adattamento/Traduzione
Pier Paolo Pasolini
Regia
Roberto Valerio
Scene
Giorgio Gori
Costumi
Lucia Mariani
Luci
Emiliano Pona
Interpreti
Luca Giordana,
Massimo Grigò,
Roberta Mattei,
Dario Mazzoli,
Nicola Rignanese,
Roberto Valerio
Produzione
Teatri di Pistoia

 

Classica commedia di Plauto, il "Miles Gloriosus", rivisitata da Pier Paolo Pasolini: mix curioso di nomi incomprensibili (Pirgopolinice, Artrotrogo) e ambientazione in una baraccopoli romana. L’impianto del commediografo prendeva di mira il vizio della vanità. Nella versione di Pasolini tutto nasce da una comunità dove tutti parlano di tradimenti, di complotti, ma non si capisce perché e per chi. Poi la storia monta come la panna e i personaggi amplificano le loro caratteristiche, fino a diventare grotteschi. La trama si chiarisce. Il “volgo” vuole punire la vanità di Pirgopolinice (Nicola Rignanese), sbruffone, uomo cloaca, truce, tronfio, convinto che nessuna donna possa resistergli. Il suo servo (Roberto Valerio) è il regista del complotto di gruppo: lo convince a lasciare la moglie, che nel frattempo lo tradisce con un uomo più giovane, per sedurre una donna bellissima, preda difficile perché sposata, che si dichiara perdutamente innamorata di lui, e che si rivelerà essere un uomo (Massimo Grigò).

Becco e solo, Pirgopolinice si ritrova seduto su una cassetta con una canottiera non proprio fresca di bucato a riflettere sulla sua dabbenaggine. Chi di vanità ferisce, di vanità perisce, tema universale quanto mai attuale.
Gli attori de "Il vantone" sono credibili, offrono personaggi compiuti, veri. Roberto Valerio sceglie una scorciatoia, fa troppo il verso a Gigi Proietti, ma il risultato è convincente, con le canzoni biascicate, i movimenti furtivi, gli aside (scene al limite delle quinte); rifinisce i cambi di scena come un sarto con ago e filo. L’interprete femminile, Roberta Mattei, compensa una lavorazione meno rifinita dei personaggi, con una grande energia ed entusiasmo.

La regia si poggia sulla bravura degli attori e su un testo manierato ma efficace. Belle le musiche che richiamano il varietà classico italiano. Il finale lascia un po’ perplessi, sembra quasi buttato, lanciato di fretta. Comunque una commedia godibile, senza tempo.
[deborah ferrucci]

| edizione 2010 |