Le Troiane
Autore: Libero adattamento de”Le troiane”di EURIPIDE di J.P.Sartre e Kassandra di Christa Wolf
Regia: Reza Keradman
Scene: Francesco Ghisu Luci: Hossein Taheri
Musiche e ingegneria multimediale: M. Maurizio Gabrieli Video: Ivan Silvestrini
Interpreti: Reza Keradman, Selene Rosiello, Sadredin Zahed
Anno di produzione: 2008 Genere: commedia
In scena: fino al 4 febbraio Teatro SalaUno | Porta di San Giovanni, 10 tel. 06/7009329 | il 30-31 gennaio; il 2-4 febbraio h. 21; il 1 febbraio h. 18; il 3 febbraio h. 19 | Biglietto intero euro 15,00; Biglietto ridotto anziani euro 12 e 7 studenti

“la guerra modella l’uomo a sua immagine e niente lascia tracce incancellabili come la guerra."

Lo trasforma inesorabilmente, lo annienta sul piano emotivo, sentimentale, psichico, anche quando non lo uccide fisicamente. E questo diventa un altro assunto fondamentale contro le ragioni di ogni guerra, che vanifica alla radice il primigenio compito di ogni uomo: vivere. Christa Wolf

Le Troiane, considerato dalla critica moderna uno dei capolavori di Euripide, con il suo accorato appello pacifista, resta un caposaldo della drammaturgia classica di estrema attualità. Lo scenario è quello mitico-storico dell’epoca della guerra di Troia, la madre di tutte le guerre. Le donne di Troia fatte prigioniere, e in attesa di essere sorteggiate per andare schiave dei guerrieri ateniesi, esprimono il loro dolore; nella loro sofferenza rintracciamo quella di tutte le donne di tutte le epoche storiche, compresa quella dei nostri giorni.
Quando i Greci usavano la parola, e tramite la parola riuscivano a penetrare l’animo degli spettatori infondendo loro tutte le passioni umane, possiamo parlare dell’uso sapiente di una scienza, capace di attrarre e ammaliare l’attenzione di migliaia di persone; non stupisce se oggi un’altra scienza, quella tecnologica dei nostri tempi, sia altrettanto capace di sedurre e affascinare. Mettendo insieme queste due scienze, la multimedialità tecnologica moderna e la parola antica, si perviene a un risultato di potente suggestione e coinvolgimento emotivo.
Nella messa in scena di Reza Keradman il filtro con cui sono narrati i lamenti, gli episodi di violenza, i maltrattamenti fisici e la sofferenza interiore delle donne di Troia, narrata da una voce femminile che si investe nelle parti di Cassandra, Andromaca e Elena, e due attori che rappresentano la figura maschile prepotente e violento, sorta di Tazieh contemporaneo che, facendo uso di un’arte antica del dramma della tradizione iraniana, tesse il racconto e il canto. L’impianto multimediale va ben oltre la cornice scenografica grazie al il tessuto sonoro creato dal Maestro Maurizio Gabrieli.
TAZIEH (lutto in commemorazione), è un’antica forma teatrale iraniana, la cui nascita risale a 3000 anni fa, per ricordare il martirio del principe ereditario SIAVOSH, per mano dei nemici. Questa tradizione con l’arrivo dell’ islam in Iran si trasforma in lutto per il terzo imam sciita (Hossein) da parte del khaliffo. In questa forma teatrale gli attori, che non sono professionisti, raccontano con un certo distacco i santi sciiti e il loro martirio, in cui i buoni cantano e i cattivi parlano con voce rauca e brutale. Peter Brook si è ispirato a questo modo di interpretazione e stile teatrale dove tutto è ridotto all’ essenziale ed è altamente codificato per realizzare alcuni dei suoi capolavori. Uno stile di interpretazione che Berthold Brecht tentò per i suoi personaggi .