Trilogia della villeggiatura
Autore: Carlo Goldoni Adattamento: Toni Servillo
Regia: Toni Servillo Scene: Carlo Sala
Luci: Pasquale Mari Costumi: Ortensia De Francesco
Suono: Daghi Rondanini
Compagnia e Produzione: Teatri Uniti – Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
Interpreti: Andrea Renzi, Francesco Paglino, Rocco Giordano, Eva Cambiale, Salvatore Cantalupo, Toni Servillo, Tommaso Ragno, Paolo Graziosi, Anna Della Rosa, Chiara Baffi, Gigio Morra, Betti Pedrazzi, Giulia Pica, Marco D'Amore, Mariella Lo Sardo
Anno di produzione: -------- Genere: commedia
In scena: dal 26 marzo al 13 aprile 2008. Via del Teatro Valle, 21- 00186 Roma. tel. 06.68.80.37.94. Biglietteria: dal martedì al sabato ore 10.00-19.00, domenica ore 10.00-19.00, dalle ore 20.00 biglietteria spettacolo serale, lunedì riposo.

Carlo Goldoni (1707 - 1793) quando scrisse la trilogia della villeggiatura, aveva in mente la creazione di tre momenti ben distinti: Le smanie per la villeggiatura, Le avventure della villeggiatura e Il ritorno dalla villeggiatura. L’autore riguardo la commedia dichiarò: “Nella prima si vedono i pazzi preparativi; nella seconda la folle condotta, nella terza le conseguenze dolorose che ne provengono”.
Per il suo adattamento, Toni Servillo ha invece scelto di tagliare alcune parti del testo, riducendolo in soli due atti. Così lo spettatore può godersi la vicenda dominata dall'inquietudine, dall'amore e dalla gelosia in una sola serata.
Si apre il sipario. L’ambientazione è essenziale: siamo in città, due abitazioni si alternano, mentre i protagonisti si preparano per andare in villeggiatura. Due nuclei familiari trascorreranno assieme giorni di riposo e tranquillità in campagna. Ma nulla può andare come previsto: la passione amorosa (nel triangolo formato da Giacinta, Leonardo e Guglielmo, gli ottimi Anna Della Rosa, Andrea Renzi e Tommaso Ragno) e la dissipazione economica (che incombe su Leonardo e la sorella Vittoria – Eva Cambiale -), causata dal fatuo desiderio di ben figurare in società, sono al centro della trilogia goldoniana, che scardina i presupposti iniziali. Se durante le avventure esplode la passione amorosa, al ritorno in città la situazione verrà riportata nei limiti del buon senso…
Regia, adattamento e recitazione sono affidate alla maestria di Toni Servillo, che ama mettersi in gioco. “Mi piace molto, mi aiuta a definirmi. Quando mi chiedono che mestiere faccio, io dico “attore”. Poi naturalmente firmo le regie, dal momento che le faccio, ma continuo a sentirmi soprattutto un maestro concertatore, o un primo violino nella sezione d’archi”. Il suo apporto registico è discreto ma fermo, come nella scena della partita a carte: l’intero cast è disposto in scena con ordine e schematismo, ma senza togliere piacevolezza ai dialoghi. Servillo stesso è impedibile quando appare in scena: ha scelto per sé un ruolo secondario, quello di Ferdinando, lo “scrocco”, con una voce impostata, da “amico delle donne”. La scena del cioccolato è teatro puro: basti pensare che recita con gli occhiali scuri, eppure nulla si perde dei suoi toni. “Invece di risultare uno sfoggio – precisa l’attore -, la regia e l’interpretazione divengono occasione democratica di un “suggerimento” al pubblico, il quale è chiamato a fare il resto. La dimensione davvero contagiosa del teatro sta in questa capacità di far scendere dal palcoscenico una corrente che il pubblico avverte e restituisce. Che è accettata per convenzione, ma che è una sintesi della vita che uno si vede ricreare sotto gli occhi da certi corpi viventi”.
La compagnia è davvero molto affiatata: tutti gli interpreti mettono in gioco la propria professionalità affinché lo spettacolo, nonostante la durata (quasi tre ore), scorra senza dare modo allo spettatore di fermarsi a pensare. A questo riguardo Servillo precisa che “se il teatro è una comunità, i suoi membri devono poter camminare insieme. E io ho lavorato alla preparazione di questa compagnia per ben due anni, facendo non i provini classici ma lavori sulla parte che sono durati anche due giorni. Queste attrici, Anna Della Rosa ed Eva Cambiale, non le ho incontrate né scoperte, le ho cercate e portano in quelle parti di ragazza un fremito aurorale, perché sono davvero agli inizi. Poi ci sono gli attori con cui lavoro da sempre, come Andrea Renzi, Tommaso Ragno, Mariella Lo Sardo, Betti Pedrazzi e poi due grandi “vecchi”, Paolo Graziosi e Gigio Morra. Questi sono l’incarnazione di un teatro che mi arriva direttamente da Eduardo e da Cecchi, cosa di cui sento la vertigine. C’era bisogno di una varietà anagrafica che riunisse in compagnia attori dai venti ai quasi settant’anni, proprio per rappresentare la bella complessità del mondo”.
Uno spettacolo completo, coinvolgente, ben recitato e ben diretto, dove convivono la tradizione del teatro settecentesco, la rivisitazione moderna e la semplicità propria del teatro vero.
[valentina venturi]