Secondo Me
Autore: Michele La Ginestra, con la collaborazione di Adriano Bennicelli
Regia: Augusto Fornari
Scene: Costumi:
Musica: Luci:
Produzione: I Magi srl e Associaizone Culturale Michele La Ginestra
Interpreti: Michele La Ginestra, Sergio Fiorentini, Corinne Bonuglia, Emanuel Caserio
Anno di produzione: 2009 Genere: commedia drammatica
In scena: fino al 28 marzo 2010 al Teatro Italia| Via Bari 18 – Roma |tel. 06442.39.286

Secondo Me è un dramma, il cui inizio ricorda più una commedia. La vicenda racconta la storia di Giuseppe, falegname (interpretato da Michele La Ginestra, autore e protagonista), e prosegue sulle analogie alla storia de «Il» Giuseppe, padre del figlio del dio cristiano. Giuseppe è un ragazzo semplice, cresciuto nella bottega di un attempato omonimo (Sergio Fiorentini) dal quale apprende il mestiere della lavorazione del legno con la relativa pacatezza che lo caratterizza. Giuseppe agisce con calma e questo si rispecchia anche nella vita, come in quella di ogni altro Giuseppe. Si vive tra "gli odori più antichi del mondo": in primis quello del legno, tanto archetipico per l’uomo quanto l’odore del pane.
Il ragazzo trascorre interi pomeriggi in bottega, giocando ed innamorandosi della figlia del suo mentore, interpretata da Corinne Bonuglia. Nasce l’amore per una ragazza dalla silhouette leggiadra e dall'odore «intenso e delicato come quella del legno del pesco». Maturando, il giovane Giuseppe, ormai divenuto a sua volta falegname, affronta le prove della vita che accomunano tutti gli esseri umani indipendentemente dall'estrazione sociale e dalla formazione culturale. Ed è a questo punto che la commedia, inizialmente frizzante, si trasforma inaspettatamente in un dramma che tenta di affrontare tematiche che spaziano dal tradimento alla morte, dalla violenza alla spiritualità.
Per la verità ciò che poco convince dello spettacolo è proprio la velocità con cui questi dilemmi vengono passati in rassegna, susseguendosi ad un ritmo che lascia perplesso lo spettatore. Comicità, amore, morte, poi violenza negli stadi e adolescenza, morte e spiritualità: con la stessa inadeguatezza di questo elenco, chi osserva è costretto a mutare il proprio sguardo verso il palco in modo repentino.
Se il testo convince a metà, non tanto per le trovate comiche (ben congegnate) quanto per la raffica di morali universali, l'interpretazione di Sergio Fiorentini riesce pienamente, sovrastando le comunque buone interpretazioni degli altri presenti (lo stesso Michele La Ginestra fra tutti). Pur essendo parte di una messa in scena dalle scenografie semplici e funzionali, la sua performance camuffa i dialoghi rendendoli verosimili, tangibili e quotidiani, impreziosendo il palco e riuscendo nell'ardua impresa di far dimenticare che ciò che si osserva è puro gioco, finzione.[simone salis]