Se non ci sono altre domande
Autore: Paolo Virzì Traduzione:
Regia: Paolo Virzì
Scene: Renzo Bellanca, Tonino Zera Costumi: Alessandro Lai
Luci: Umile Vainieri Musica: Carlo Virzì
Produzione: Teatro Eliseo / Nuovo Teatro
Interpreti: Silvio Orlando, Sergio Albelli, Paola Balzarro, Antonella Bavaro, Francesco Brandi, Chiara Caselli, Fortunato Cerlino, Roberto Citran, Salvatore D’Onofrio, Evelyn Hanack, Lorenza Indovina, Eva Kiss, Mimma Lovoi, Edoardo Natoli, Antonio Petrocelli, Marina Rocco, Maria Laura Rondanini, Chiara Sani, Alessandra Stordy, Silvio Vannucci
Anno di produzione: 2010 Genere: commedia
In scena: Fino al 15 maggio 2011 al Teatro Eliseo di Roma

Forse ci sarebbero un paio di domande da porre. Forse sarebbe stato il caso di chiedersi quanto possa essere interessante analizzare "vita, morte e miracoli" di un uomo medio. E se la risposta fosse stata positiva, forse avrebbe giovato chiedersi perché svelare proprio tutti i retroscena di una banale vita comune. E se anche questo non fosse bastato, chiedersi infine perché sottoporre al pubblico teatrale la noia di uno spettacolo televisivo.

Paolo Virzì costruisce uno studio tv intorno alle vicende di Michele Cozzolino (un Silvio Orlando poco in forma, dispiace ammetterlo), il medio man che, in coma, si trova in una sorta di non-luogo intermedio tra la vita e la morte e ripercorre la sua vita sotto forma di brevi sketch televisivi. A condurre il programma due improbabili conduttori (Roberto Citran e Chiara Sani) che riproducono con qualche eccesso il tipico presentatore del reality.

Nello show "Se non ci sono altre domande" non mancano gli opinionisti, caratterizzati abbastanza banalmente, che intervengono sostenendo chi la tesi del nulla ma con parole di grande impatto, chi la tesi dello scontro a ogni costo, contornato da tipiche scuse finali. Infine gli ospiti: dalla maestra delle elementari ai genitori defunti, dalla moglie tradita alle amanti mai dimenticate o addirittura rimosse. In due atti interminabili scopriamo la vita di un uomo di cui però c'è poco da scoprire: tutto è chiaro sin dall'inizio.

Interessante l'idea di riprodurre uno show del piccolo schermo in punto di morte, quasi un moderno limbo in attesa del giudizio finale, ma nel complesso la storia si trascina per più di due ore con troppe lungaggini e scarsa drammaturgia. La commistione di linguaggi (televisivo e teatrale) risulta poco rodata, faticosa e troppo spesso noiosa.
[patrizia vitrugno]