Il rompiballe


Anno

2011

Genere
commedia

In scena
fino al 4 dicembre |
Teatro della Cometa, Roma

Autore
Francis Veber
Regia
Claudio Boccaccini
Scene
Gianluca Amodio
Costumi
Lucia Mirabile
Luci
Rocco Giordano
Interpreti
Pietro De Silva,
Felice Della Corte,
Silvia Brogi,
Marco Cavallaro,
Paolo Perinelli,
Guido Goitre
Produzione

Teatro Nino Manfredi,
Ge.Ser.T.E C Srl

 

In una stanza d’albergo, Ralph (Felice Della Corte), un killer professionista molto quotato nel suo ambiente, serio, meticoloso e che ha sempre rispettato alla lettera ogni contratto, sta per portare a termine la “missione” più importante della sua vita. Tutto è stato predisposto fin nel minimo dettaglio e con la massima maniacale professionalità per evitare qualsiasi imprevisto, ma il malvivente non ha fatto i conti con il destino che gli appioppa come vicino di stanza tale Pignon (Pietro De Silva), imbranato, vulcanico, instancabile pasticcione. Dilaniato da pene d’amore, con improbabili smanie suicide: la moglie lo ha lasciato e lui ha affittato una stanza nel piccolo hotel nella stessa città in cui l'ormai ex moglie si è trasferita con il nuovo compagno. Vuole tentare di persuaderla a tornare con lui.

"Il rompiballe" di Francis Veber è considerato un capolavoro della drammaturgia comica mondiale. Dal testo teatrale sono stati tratti due film di successo: "L’emmerdeur" di Molinaro con Lino Ventura e "Buddy Buddy" di Billy Wilder con Jack Lemmon e Walter Matthau.

Se ne deduce che due sono le travi portanti dello spettacolo: la regia e l'interpretazione dei protagonisti. Se questi elementi sono deboli o poco convincenti, lo spettacolo non è riuscito; in caso opposto avremo un risultato esilarante ed indimenticabile.
Purtroppo nella messa in scena diretta da Claudio Boccaccini, prevalgono le debolezze e le imperfezioni che portano ad uno spettacolo per nulla convincente.

La scenografia composta da un unico quadro, divisa in due camere di albergo speculari e comunicante, avrebbe richiesto una regia capace di movimentare la scena, oltre al facile passaggio da una camera all'altra. Avrebbe richiesto un miglior uso del fuori campo, un'idea capace di cambiare marcia e registro onde evitare l'uniformità drammaturgia ed emotiva che invece accompagna lo spettacolo per tutte le quasi due ore di durata.

Anche la coppia protagonista non convince. Pietro De Silva è troppo impegnato in smorfiette acchiappa risate, per dare verosimiglianza e spessore ad un personaggio che deve essere buffo, senza apparire come un demente completo. Felice Della Corte, in teoria la spalla seria di De Silva (una brutta copia di Dean Martin e Jerry Lewis a cui probabilmente si ispiravano), risulta invece sin troppo ingessato nella serietà del personaggio. Una coppia che fatica ad incontrarsi; l'amalgama tra i due, forse per l'emozione della prima (?), tarda a mostrarsi. Ne consegue uno spettacolo freddo e per lunghi tratti irritante.
[fabio melandri]