Resistenze
Autore: Riccardo Walchutter Adattamento: Federica Capecchi
Regia: Federica Capecchi
Scene: ------------------------- Costumi: -------------------------------
Musica: Maurizio Corbella
Luci: ---------------------
Compagnia: Opificio Trame
Interpreti: Riki Bonsignore, Federicapaola Capecchi, Arianna Cavallo, Maurizio Corbella, Elisa Garbarini, Yuri La Cava
Anno di produzione: 2009 Genere: danza
In scena: fino al 26 Aprile al Teatro Vascello di Roma | Via G. Carini 78 a Monteverde Vecchio | tel +39 06 5881021 - 06 5898031 - fax 06 5816623.

Resistenze, in un susseguirsi di emozioni contrastanti, mette in scena il più arcaico degli ossimori: l’Amore. L’impulso che ci anima è narrato con soavi incontri di corpi che si disperdono l’uno nell’altro per poi separarsi brutalmente. La voce, quale elemento di espressione, è elevato dal linguaggio del corpo che si dissolve in movimenti sinuosi, prolungati nello spazio come linee immaginarie. La danza diventa manifestazione delle esperienze quotidiane dove regnano caos, passione e istinto primordiale.
Ogni percezione e ogni senso sono messi in gioco: lo sguardo lascia spazio alle parole, il cui limite è colmato e arricchito dai gesti. Recitazione e danza si sostengono, alimentate dal vibrante suono di una chitarra acustica, che accompagna e guida i protagonisti. La voce di un ”cantastorie” segue le scelte, giustificandone i passi.
Le trepidanti coreografie di Federica Capecchi (con le quali ha debuttato a giugno 2008 alla 6° Biennale Internazionale di Danza Contemporanea di Venezia, con una creazione originale sul tema “Beauty. Art is beautiful!”), raccontano la vita nelle sue necessità e nelle mancanze. Il succedersi di andamenti armonici esprimono, inizialmente, un’unione d’intenti dei personaggi, per mutare poi in conflitto, sfida, lotta fino all’esaurimento delle energie. Forze primigenie si contrappongono, scandendo la dimensione reale e mentale. Si assiste all’evoluzione di un sentimento che con ciclicità si ripete all’infinito, ha origine grazie all’uomo, il quale con inconsapevolezza ne vive ogni aspetto, per poi essere lasciato in compagnia di un’irragionevole solitudine. Il corpo con rabbia si dimena, rifiutando l’irrazionale sofferenza e impadronendosi dello spazio finisce con l’implodere su se stesso. Il divenire delle cose fa sì che ogni momento non sia mai uguale, ma si trasformi in qualcos’altro. La fluidità nelle movenze degli “attori danzanti“, personifica tale cambiamento.
Il pubblico non solo è testimone di una verità universale ma ne gode dall’origine, ne è il protagonista e vive l’esperienza dell’incontro, dell’avvicinamento e del contatto. Resistenze parla di ciascuno di noi, mostra con voce, suono e soprattutto movimento i moti che scuotono i corpi, da cui nessuno può esimersi.
[valentina di santo]