Quattro atti profani
Autore: Antonio Tarantino Traduzione:
Regia: Valter Malosti
Scene: Botto & Bruno Costumi: Federica Genovesi
Suono: Giupi Alcaro Luci: Francesco Dell’Elba
Produzione: Fondazione del Teatro Stabile di Torino, Teatro Eliseo
Interpreti: Maria Paiato, Valter Malosti, Mauro Avogadro, Michele Di Mauro, Mariano Pirrello
Anno di produzione: 2009 Genere: drammatico
In scena: fino al 14 Marzo al Teatro Eliseo di Roma

Valter Malosti ha riunito in un unico spettacolo i quattro atti profani di Antonio Tarantino. Esperimento coraggioso, forse addirittura presuntuoso. Ma la bravura di questo giovane regista è ormai conosciuta e l'operazione ha meritato il premio Ubu 2009 come migliore regia.
La tetralogia di Tarantino racconta le storie degli emarginati: i malati di mente, gli omosessuali, le prostitute. I quattro atti seguono quindi un filo conduttore che li lega e li trasforma in lunghi monologhi, che si intrecciano e narrano le vite allo sbaraglio dei protagonisti. In una discarica nella periferia di Torino svettano tre pali del telegrafo a ricordare, forse, un moderno Golgota. Crocifissi sono le solitudini dei protagonisti, ognuno a suo modo solo nella battaglia del vivere quotidiano.
A fare da raccordo tra le quattro storie il regista sceglie lo “Stabat Mater” magistralmente interpretato da Maria Paiato, una barbona che inveisce per l'arresto del figlio, sospettato di azioni sovversive e che da sola vale tutto lo spettacolo. Malosti sceglie per sé la parte del matto che si crede Gesù in “Passione secondo Giovanni” ma complessivamente risulta il momento meno convincente di tutto lo spettacolo: poco ritmo e qualche lungaggine di troppo, rendono l’intero pezzo faticoso e macchinoso. Emozionante la coppia di “Lustrini”: Michele Di Mauro e Mariano Pirrello sono due vagabondi che aspettano un ricco primario ospedaliero, per combinare un losco affare e riuscire a guadagnare quattro soldi. Mauro Avogadro in “Vespro della Beata Vergine” è, infine, il padre di un travestito che dialoga col corpo del ragazzo morto. Peccato per la sua intensa interpretazione sia stata disturbata da rumori tecnici provocati dal microfono.
Lo spettacolo narra fedelmente le storie di Tarantino: un teatro che racconta ma che non denuncia. Proprio come nelle intenzioni dell’autore. [patrizia vitrugno]