Puccini e la Luna
Autore: Carlo Alighiero, Giovanni de Feudis Adattamento:
Regia: Carlo Alighiero
Scene: Giuseppe Grasso, Giovanni di Mascoloi Costumi: Silvia Morucci
Musica: Giacomo Puccini, Arnold Schönberg Luci: Feliciangeli
Produzione: A.T.A. Teatro
Interpreti: Carlo Alighiero, Laura Lattuada, Rosita Tassi, Margherita Pace, Ugo Tarquini, Enzo de Rosa, Caterina Genta, Rossella Vicino
Anno di produzione: 2009 Genere: commedia
In scena: fino al 15 marzo al Teatro Manzoni | Via Monte Zebio, 14/c | 00195 Roma |
Tel. 06.32.23.634

Puccini e la Luna: uno spettacolo veloce e leggero, visto che riesce a prendersi un paio d’ore e d’atti della vita di uno spettatore, riuscendo a far pensare che il lavoro sia appena iniziato.
1924: la scena vede Giacomo Puccini che sta scrivendo la sua ultima opera, l’incompiuta e bellissima “Turandot”; il maestro è alle prese con una crisi tremenda che non gli consente né di andare avanti, né di vivere serenamente la sua ultima passione amorosa con la giovane amante Rose. Alla ricerca di qualcosa, di particolari interessanti provenienti dalla musica va al concerto di Arnold Schonberg e, a differenza di tutti i suoi colleghi, trova che il lavoro del giovane musicista non sia tutto da buttare. Tornato nel suo rifugio, cerca di nuovo di tirare fuori qualcosa dall’amata luna, consigliera di tanti lavori, ma riesce a trarne solo un’indicibile sofferenza della consapevolezza che ormai si è fatto prendere la mano dal rapporto tra Turandot e Liù, e forse anche da se stesso. La relazione con l’amante vive degli alti e bassi, in un continuo turbine di emozioni fino al finale della piece sulle note del “Nessun Dorma”.
Gli autori sono stati in grado di condensare in meno di due ore gran parte del lavoro del maestro Puccini con una leggerezza non comune; mescolando insieme nella giusta misura parti liriche cantate bene e parti di prosa, ben recitata anche quella. Lo spettatore si trova davanti una figura immensa nella storia della musica, che sul palco viene resa estremamente umana, senza che questo levi niente né al musicista né all’uomo Puccini. Segno evidente di una scrittura teatrale che ha studiato a fondo il personaggio e che andando per sottrazione di particolari, ne ha tirato fuori l’essenza. Un uomo vivo, alla continua ricerca di qualcosa di nuovo da inserire in se stesso e nella propria opera.
Premesso però che, essendo scritto per celebrare i 150 anni dalla nascita del Maestro, risulta alla fine uno spettacolo un po’ troppo celebrativo e didattico. Limiti perdonabili a chi regala un paio d’ore di velocità e leggerezza!
[jacopo angiolini]