Provaci ancora Sam
Autore: Woody Allen Traduzione:
Regia: Gianni Quinto
Scene: Turbolence Quiet Costumi: Ilaria Fioravanti
Musica: -----------------------
Luci: Livio Spataro
Compagnia: Anticamera del vento
Interpreti: Gabriele Carbotti, Valentina Marziali, Adel Balhouri, Fernando Gatta, Maria Teresa Pascale, Giannina Raspini, Tamara Tassi, Sibilla Passi, Valeria Pistillo, Nicole Cimino, Leila Balhouri
Anno di produzione: 2008 Genere: commedia
In scena: fino al 17 Maggio al Teatro Petrolini di Roma | via Rubattino, 5 | tel. 065757488

Provaci ancora Sam è un'opera teatrale scritta da Woody Allen nel 1972 verso la quale lo spettacolo fa riferimento. È quindi necessaria una premessa: Allen vive a New York, ha dei forti richiami alla cultura yiddish ebraica e il testo ne rimane molto caratterizzato.
Nell’autore di Manhattan ogni battuta svela una piccola verità che conduce ad una morale universale, mascherata dal riso e dalla sua maestria artistica. Nello spettacolo in scena al teatro Petrolini la morale, il senso profondo del testo, rimangono fedeli all’originale. Ma la netta localizzazione italiana, romana, spazza via i modi e le forme che l'autore americano utilizza per dimostrare questa morale: niente New York, niente yiddish, niente humor. D'altro canto gli adattatori rendono subito chiaro che risiede qui il loro obiettivo: sperimentare la versatilità della vicenda, localizzandola in Italia, ai giorni nostri.
Può considerarsi un esperimento ben riuscito: si parla comunque di amore, delle maschere che indossiamo e delle trasformazioni che possiamo attuare su noi stessi per suscitare l'interesse di un'altra persona. Chi le veste è il protagonista Attilio, un critico cinematografico lasciato dalla moglie e che ormai crede più negli ansiolitici che nella possibilità incontrare una donna. Per questo Dario e Linda (due tra i suoi amici più cari), tentano di ricostruirgli la vita sentimentale, ponendogli vari esemplari femminili. Ne consegue l'esasperazione delle nevrosi di Attilio "Mica Tanto" Felice, come lui stesso si definisce (la rappresentazione è colma di giochi formali e di parole, divertenti seppur distanti dai canoni comici di Allen). La sua insicurezza viene parzialmente colmata dai consigli che riceve durante le apparizioni della sua allucinazione personale: Humprey Bogart, protagonista di Casablanca. Ed è proprio da una parodia di questo film che nasce il titolo della pièce. “Play it again, Sam”, infatti, è la frase che Ingrid Bergman rivolge al pianista del Rick's Cafè.
Da rilevare la caratterizzazione del protagonista che interpreta un perfetto toscano trasferitosi a Roma, proprio come Allen interpretava un newyorchese a San Francisco. La trasposizione non inficia la riuscita comica: i cliché del personaggio nevrotico e depresso vengono espressi perfettamente. Nell’insieme uno spettacolo godibile, ma fragile. Il rischio è che l’idolatra del regista americano, che di rado accetta modifiche persino nella punteggiatura dei testi di Allen, rimanga profondamente distaccato dallo spettacolo italiano.
[simone salis]