La più piccola distanza
Autore: Daniel Blanga Gubbay, Paola Villani Traduzione: Valerio Magrelli
Compagnia: Pathosformel
Produzione: Pathosformel, Fies Factory One
Interpreti: Daniel Blanga Gubbay, Paola Villani
Anno di produzione: 2008
In scena: in turnè

I Pathosformel, compagnia nata a Venezia nel 2004, presentano a VIE la prima assoluta del loro ultimo lavoro La più piccola distanza. Lo spettacolo segna una continuità con il recente La timidezza delle ossa (segnalato al premio Scenario 2007), per l’utilizzo di certi elementi di tecnica artigianale che, esaltando l’utilizzo del corpo, prendono le distanze dai modi e dalle mode di altre compagnie di ricerca della nuova scena teatrale internazionale, ligie alle tecnologie più avanzate.
Lo spettacolo può essere considerato un concerto: la musica, suggestiva, viene eseguita dal vivo con violino e tastiera non sul palco bensì nella consolle del datore luci. Sul palco il pubblico vede solo un andirivieni di quadratini rossi (che potrebbero quasi essere note musicali isteriche) che si muovono singolarmente su sei direttrici parallele. Queste piastrine quadrate seguono la musica, appaiono dolci e ironiche, si muovono con un interessante macchinazione scenica, manipolata dai due membri della compagnia (Daniel Blanga Gubbay e Paola Villani), i quali almeno questa volta si mostreranno al pubblico per gli applausi (mai apparsi nello spettacolo precedente).
Tutto si concentra sul vedere, un vedere nuovo, disordinato a tratti ironico e fastidioso. Il movimento incessante di queste piastrine (che richiama un po’ certi videogames degli anni Ottanta come Space Invaders, Pac Man e altri) svela il punto di forza della performance: le mosse quasi umane dei disumani quadratini (che sembrano persone che si rincorrono e si seducono senza mai scontrarsi) e il lavoro tecnico e artigiano sopraffino che c’è sotto e che non vedremo mai. Uno spettacolo che mostra tutta la coerenza artistica della giovane compagnia. Lontani anni luce dal teatro, quanto mai vicini allo sperimentalismo presente.
[simone pacini]



   
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