Piccole stanze di dignità omosessuale
Autore: da "Dignità Autonome di Prostituzione" un format Cianchini/Melchionna
Regia: Luciano Melchionna
Aiuto Regia: Antonio Cappelli Costumi: Michela Marino
Luci: Musica:
Produzione:
Interpreti: Thyago Alves, Betta Cianchini, David Gallarello, Fabio Mascagni, Massimiliano Nicosia, Paola Sambo, Sandro Stefanini
Anno di produzione: 2010 Genere: corti

C'è un mercato della libido teatrale allestito nell'edizione 2010 di "Garofano Verde". Lo spettatore si muove tra i banchi con disinvoltura, curioso e avido di mercanteggiare. Il Teatro Belli ne è la rossa, suggestiva cornice.
Si consuma un gioco tutto speciale, che è teatro ma allo stesso tempo non lo è. Qui l'amore per il palcoscenico è a pagamento, gli attori sono prostitute e prostituti che raccontano storie di ordinaria emarginazione e solitudine. Le "Piccole stanze di dignità omosessuale" si aprono sulle note di "Stop! In the name of love" quasi ad anticipare allo spettatore/avventore il senso di tutte le storie ma ben nascosto da un divertente balletto degli attori. Luciano Melchionna ripropone un format già collaudato che miscela burlesque e vaudeville, allegoria e puro edonismo.
Attraverso il "bordello", l'arte del teatro perde la sua aura e si avvicina allo spettatore anche fisicamente; gli permette di creare in autonomia il proprio spettacolo, scegliendo di visitare le stanze che più lo aggradano.
Perle di pochi minuti, al massimo 15: dalla camera del "Militargay" allestita in un ufficio del teatro, all'"Aurora delle madri" sul palco dietro al sipario chiuso; da un povero cristo di "Fino a dove" nell'angusto e buio terrazzino all'"Avanspettacolo" offerto sulle scale dei camerini. La sacralità del teatro si declina spaziando tra i più diversi generi. Il gioco è intimo. Entrare e uscire dalla vita dell'altro velocemente, quasi senza pensarci. Proprio come in un rapporto mercenario.
Le emozioni sono tante e sorprendenti, come le sfaccettature di questi attraversamenti. Ci si ferma a pensare. "Stop! In the name of love/before you break my heart!/Think it over!".
[patrizia vitrugno]