Pater familias
Autore: Sergio Lo Gatto Adattamento:
Regia: Susan El Sawi, Sergio Lo Gatto
Scene: ----------------------- Costumi: -------------
Luci: Dario Aggioli Musica: --------------
Produzione: Bluebox Project
Interpreti: Angelo Tantillo, Giulio Pierotti, Susan El Sawi
Anno di produzione: 2010 Genere: commedia

In scena: fino al 3 aprile al Teatro Dell'Orologio - Sala Orfeo di Roma

Stati Uniti. Sandeval e Alvarez, agenti federali della sezione di Analisi Comportamentale, tentano di ricostruire un altrettanto bizzarro omicidio: una giovane viene trovata accoltellata nella propria stanza da letto e al piano di sotto, in cucina, svenuti sul pavimento accanto ad una pozza d'acqua, ci sono la madre piena di ferite e tagli ed il padre con in mano l'arma del delitto e un cavo satellitare. Le vecchiette del vicinato hanno visto tre uomini incappucciati fuggire per il vialetto. Il compito di Sandeval - il classico detective di carriera, noto per la sua infallibilità - e Alvarez, la recluta che ha molto da imparare, è di districare questa complicata matassa. Ma in questo cosmo in stile "cartone animato", non necessariamente le ipotesi devono essere realistiche... A costo di dare una spiegazione ai fatti, i due agenti sono disposti a tutto, anche ad usare un po' di fantasia.
Pater Familias” di Sergio Lo Gatto trae ispirazione dai numerosi serial televisivi a sfondo criminale (da “C.S.I.” a “Criminal Minds”) rielaborati attraverso le lenti deformanti della parodia, del grottesco, dei toni surreali: fonti potenziali di battute, gag e risate. “Il progetto "Pater Familias" - racconta l'autore - viene presentato come uno studio sulla commedia, sul corpo e sul potere dell'immaginazione, a partire da un'idea drammaturgica. I protagonisti della storia, per risolvere il caso immaginano tutte le possibili ipotesi, assurde, comiche e incoerenti, per drammatizzarle provano ogni combinazione in una ricostruzione fisica in cui, di volta in volta, assumono i ruoli dei protagonisti del delitto”. Ma come di solito accade, tra il dire ed il fare - in questo caso tra il progettare ed il realizzare -, c'è di mezzo il mare. Un oceano, nel caso specifico.
Lo spettacolo, seppur con alcune gag divertenti, appare confuso e logorroico tanto da perdere facilmente il filo del racconto. La sensazione è assistere ad un accumulo di parole a ritmo vertiginoso, volto a coprire un vuoto contenutistico di base; come se si premesse l'acceleratore di una macchina senza innescare la marcia: il risultato è un gran frastuono. La recitazione dei protagonisti Angelo Tantillo, Giulio Pierotti e Susan El Sawi è incerta, elementare, troppo ammiccante verso un pubblico che comunque sembra apprezzare, per cortesia o convinzione. Sospendiamo il giudizio. [fabio melandri]