Le parole che non vi ho detto
Autore: Enrico Brignano, Mario Scaletta, Augusto Fornari, Massimiliano Orfei, Massimiliano Giovanetti, Manuela D’Angelo
Regia: Enrico Brignano
Scene: Gianluca Amodio Costumi: Graziella Pera
Musica: Armando Trovajoli Luci: Valerio Peroni
Compagnia:
Interpreti: Enrico Brignano, Simona Samarelli
Anno di produzione: 2009 Genere: comico
In scena: fino all'8 marzo al Teatro Il Sistina - Roma

Enrico Brignano porta per il secondo anno al teatro Sistina uno spettacolo di parole e di musica. Le parole che non vi ho detto, appunto, accompagnate dalle musiche originali di Armando Trovajoli, eseguite da una orchestra di nove elementi, diretti dal maestro Federico Capranica.
Affianca Brignano l’attrice Simona Samarelli: il suo ruolo è quello della memoria del protagonista. Questo è lo spunto che dà vita a vari duetti, in un excursus tra i classici del teatro: dal Tennesse Williams di A piedi nudi nel parco, passando per Romeo e Giulietta, fino alla tragedia greca con l’Edipo Re.
Mettere in scena uno spettacolo di Brignano, che il pubblico ha imparato ad amare anche grazie a “Zelig”, è una garanzia: riempie il teatro. E vederlo esibirsi aiuta a comprendere il segreto del suo successo: è un mattatore, una mitragliatrice di comicità, senza respiro. Per due ore e mezza, senza risparmiarsi, offre al pubblico il meglio delle proprie capacità attoriali. Anche lui, come altri colleghi della scuola romana di Gigi Proietti, ruba a man bassa dalla quotidianità. Il monologo sulle scampagnate della domenica della famiglia romana è una delizia, come la descrizione delle canzoni in cui si fanno due sole cose: si mangia e si muore. Buona parte di tanto successo si deve alla capacità di riportare sul palcoscenico la vita di tutti i giorni, che diventa soggetto di comicità. Il lungo, particolareggiato, monologo sul matrimonio meridionale di Ferragosto è vero, vissuto: pensieri, azioni, sensazioni, suoni e colori sono quasi percettibili visivamente. La carrellata senza respiro nei dialetti della Penisola è un virtuosismo che da solo basterebbe a giustificare la presenza dello spettatore in poltrona.
La scenografia è essenziale: una tenda nasconde l’orchestra quando non è direttamente coinvolta nell’azione; pannelli irregolari stile liberty fanno da cornice allo spazio scenico e l’inserimento di alcuni elementi scenografici avviene con fluidità, senza interrompere l’azione.
Se un appunto si deve fare a Le parole che non vi ho detto, può riferirsi alla scena del balcone: lo spettacolo sarebbe soddisfacente anche senza.
[marina viola]