La palestra ore 18:00


Anno
2012

Genere
dramma

In scena
-

Autore
Giorgio Scianna
Regia
Veronica Cruciani
Scene
Barbara Bessi
Costumi
Barbara Bessi
Luci
Gianni Staropoli
Musica
Paolo Coletta
Interpreti
Filippo Dini, Fulvio Pepe, Teresa Saponangelo, Arianna Scommegna
Produzione
Fattore K. – Armunia/Festival Inequilibrio – Castiglioncello in coproduzione con Compagnia Veronica Cruciani e Teatro di Roma

 

Tre genitori dell’alta borghesia di provincia, una madre (la casalinga bene Teresa Saponangelo) e due padri (il commercialista Fulvio Pepe e il chirurgo Filippo Dini), vengono inaspettatamente convocati dalla preside (Arianna Scommegna) della scuola dei loro figli per un incontro inusuale. L’appuntamento è in palestra alle ore 18. Lo stabile è defilato rispetto all’edificio principale e quando l’istituto è chiuso difficilmente qualcuno può accorgersi che nella palestra ci sia qualcuno. Parte da qualche risata e un dubbio lo spettacolo “La palestra ore 18:00” di Giorgio Scianna. I tre genitori pensano che siano stati chiamati per parlare del dissesto economico della scuola, con conseguente richiesta di partecipazione economica. Ma non è così.

In un climax ascendente, non appena si scopre il reale motivo della convocazione – uno stupro di gruppo perpetrato dai loro tre figli ai danni di una compagna di classe, con la preside intenzionata ad informare la polizia del fatto -, da scherzosi e cordiali i tre diventano offensivi, brutali e affatto inclini a dare un aiuto alla ragazza in questione. Anzi. La tipicità del genitore medio si amplifica, si ingigantisce al punto da diventare dramma. Fino alla tragedia.

Lo spettacolo diretto da Veronica Cruciani è diviso in due blocchi: prima e dopo la notizia. Eppure il testo, presentato come “cronaca drammatica della violenza sessuale di gruppo”, ha un indirizzo più sociologico e specifico: la famiglia e il suo sfacciato impegno a difendere il branco di appartenenza. A ben vedere, il testo di Scianna non ha grandi introspezioni psicologiche, trattando la questione in modo superficiale, veloce, quasi generico. Troppa sintesi testuale, ma ben sorretta dall’ottima recitazione di tutto cast.
[valentina venturi]