Non si sa come
Autore: Luigi Pirandello Adattamento:
Regia: Federico Vigorito
Scene: Francesco Scandale Costumi: Sara D’Anella
Luci: Feliciangeli-Roma Musica: Germano Mazzocchetti
Produzione: Apas produzioni
Interpreti: Walter Toschi, Cristina Aubry, Paolo Ricchi, Stefano Jacurti, Paola Surace
Anno di produzione: 2009 Genere: drammatico

In scena: fino al 10 dicembre al Teatro SalaUno | Piazza di Porta San Giovanni 10; Tel. 06.7009326

Luigi Pirandello, negli ultimi anni della sua vita, è riuscito a riassumere in breve, con alcuni testi, il senso amaro della vita rapportato alla ricerca del segreto dell’essere. Come nei “Giganti della montagna” testo simbolo e cartina di tornasole del mondo del teatro, così in Non si sa come rivela quanto, a volte, il caso unito alla potenziale bassezza dell’animo umano possano compiere. Violenza attrae violenza, tradimento scatena tradimento, in una spirale sottile e al tempo stesso indistruttibile, dalla quale è impossibile uscire una volta entrati.
La passione per il pensiero debole descartiano è qui portata fino alle estreme conseguenze: noi siamo il risultato della nostra personalità e dell’influenza della società sulle nostre azioni e pensieri. Ognuno, a dispetto delle proprie certezze, può essere in ogni momento smentito, può in qualsiasi momento uccidere o cancellare in se stesso la fragile convinzione di sé, degli altri, rivelando una lucida follia. Basta un piccolo sospetto sulla moglie Bice, a riaccendere in Romeo Daddi meccanismi che lo riportano attraverso il possibile tradimento della moglie, alle proprie mancanze. Gli amici, presentati all’inizio del testo come la coppia ideale, cercano di riportare un ordine, ma non riescono: anche il loro stile di vita è una formalità. La moglie del suo migliore amico l’ha tradito proprio con lui, Romeo, e quando Bice lo intuisce è già troppo tardi. Adesso è lei che appare come una donna, pazza di gelosia, di fronte a due impensabili amanti. Tutto si confonde, realtà, paura, angosce, ripensamenti, in uno dei testi tra i più significativi della maturità pirandelliana.
Interessante la messinscena, a cura di Federico Vigorito, che punta sulla forza del linguaggio drammatico e sugli attori, proiettando le complicate elucubrazioni del Daddi con un video sullo sfondo della scena, che riproduce immagini oniriche e vagamente sfumate, come la mente del protagonista. Walter Toschi è un intenso Romeo, affiancato da una compagnia di attori all’altezza, che hanno saputo rendere, ciascuno nel suo personaggio, molte delle tante sfumature che l’autore ha suggerito. Eleganti e appropriate le musiche curate dal Maestro Germano Mazzocchetti. [annalisa picconi]