Muratori



Anno
2004

Genere
commedia

In scena
in turnè

Autore
Edoardo Erba
Regia
Massimo Venturiello
Scene
Francesco Montanaro
Costumi
Sandra Cardini
Luci
Marco Laudando
Musica
Ennio Rega
Interpreti
Nicola Pistoia,
Paolo Triestino,
Lydia Giordano
Produzione
Nuova Compagnia di Prosa
Compagnia
Nuova Compagnia di Prosa

 

Ci vorrebbe un polacco per poter fare l’imprenditore edile. Ma Germano (Nicola Pistoia) e Fiore (Paolo Triestino) sono due ruspanti muratori romani alle prese con il solito abuso edilizio – un muro - da costruire alla chetichella, di notte, per conto del proprietario di un supermercato che vuole appropriarsi di parte di un palcoscenico teatrale per farci un magazzino. L’economia, il consumismo si allarga fino a minacciare la cultura, i sogni, i desideri dell’uomo. Un muro separerà i due mondi.
In apparenza siamo di fronte a due uomini del popolo, concreti, che conoscono la durezza della vita e con obiettivi realizzabili. Germano è un signorino sessantenne che combatte la solitudine con le prostitute; così evita che qualche «tardona separata gli si appiccichi». Vorrebbe diventare un tecnico di tubi, specializzato in spurghi. Fiore crede solo nei figli: le donne lo hanno deluso, la moglie è come una sorella, Marisa, la donna che ha amato davvero, lo ha tradito. Vorrebbe fare il muratore giorno e notte, per diventare ricco come il concorrente Lo Russo.
Un sogno prenderà le sembianze di un’attrice-fantasma: la signorina Giulia (personaggio dell’opera omonima di fine ottocento di Strindberg), interpretato da Lydia Giordano, che con il dolce canto da novella Circe, le vesti romantiche, le movenze sinuose, seduce a fasi alterne i muratori.
L’uomo più concreto del mondo può resistere alla dolcezza e alla bellezza di una donna che farebbe di tutto per lui? No, visto che si tratta di uomini semplici, con desideri altrettanto semplici e veri, che nel profondo desiderano essere portati via dalle difficoltà delle loro esistenze.
In modo leggero e scanzonato Erba fa sperare che l’eliminazione delle barriere sia l’unico modo per coltivare l’essenza più intima dell’essere umano.
Pistoia e Triestino sono un sodalizio artistico collaudato e la Giordano vi si inserisce armoniosamente.
Spettacolo in cui gli interpreti rappresentano fisicamente la fatica del lavoro – il muro lo costruiscono davvero con mattoni e impasto di cemento - l’anelito amoroso e l’Assoluto (Germano cita il passo della Bibbia della roccia scartata). Dimostrano così che al di là delle differenze sociali, i desideri più profondi dell’uomo sono gli stessi… Per tutti.
[deborah ferrucci]