Morso di luna nuova
Autore: Erri De Luca
Regia: Giancarlo Sepe
Scene: Bruno Buonincontri Costumi: Bruno Buonincontri
Luci: Rocco Giordano
Musica: Harmonia Team, Davide Mastrogiovanni
Produzione: Gli ipocriti / La Biennale di Venezia
Interpreti: Giovanni Esposito, Antonio Marfella, Luna Romani, Antonella Romano, Giampiero Schiano, Antonio Spadaro, Simone Spirito, Pino Tufillaro
Anno di produzione: 2011 Genere: drammatico

In scena: fino al 13 Febbraio 2011 al Teatro Piccolo Eliseo di Roma

La guerra, gli ultimi giorni prima della resa, i bombardamenti, l’assedio dei tedeschi che non cedono, a costo della loro stessa vita e del sacrificio dei civili. Sono immagini che echeggiano ancora nell’immaginario collettivo. C’è chi ha vissuto direttamente queste vicissitudini, c’è chi le racconta, ma anche chi non le ha potute raccontare, perché in quel conflitto è morto. Lo stesso regista Giancarlo Sepe, nelle note di regia, riferisce della morte di una sorellina nell’agosto del ‘43, prima che lui nascesse, finita sotto le macerie dopo un bombardamento.

Non ci si stanca mai di raccontare e soprattutto ricordare per non dimenticare. Un teatro di impegno civile quello di Erri de Luca, autore nato dopo la guerra, la stessa che ci racconta in questo testo “Morso di luna nuova”, dei bombardamenti di Napoli, della resistenza organizzata dai cittadini e della speranza nell’arrivo degli alleati liberatori. Tematica trattata e praticata da molti scrittori, non solo drammaturghi. De Luca ha il pregio di affrontarla in modo originale, irrorandola di quella napoletanità che fa vedere il bello e il brutto della vita, che ironizza sulla morte e che porta l’entusiasmo anche nelle situazioni più drammatiche. Interessante, oltre l’equilibrata calibratura dei dialoghi che coinvolgono più personaggi in scena, l’introduzione della “macchietta napoletana” (splendidamente intavolata dagli attori), che riporta ad un teatro che forse non esiste più.

Elegante, briosa e dinamica la regia di Giancarlo Sepe, ormai sapiente nel restituire al pubblico immagini non solo verbali ma anche cinestetiche. Semplice e funzionale la scenografia di Bruno Buonincontri, che con pochi segni riesce a trasformare lo spazio con l’interazione degli attori. Bravi tutti gli interpreti, che cooperano ad uno splendido ensemble in scena. Adeguate luci e interventi musicali. [annalisa picconi]