Momenti di trascurabile felicità
Autore: Francesco Piccolo
Regia: Valerio Aprea
Scene: Costumi:
Luci: Luca Barbati Montaggio Video: Flavia Amato e Valerio Aprea
Produzione: Città Teatro
Interpreti: Valerio Aprea
Anno di produzione: 2010 Genere: comico
In scena: fino al 20 marzo al Teatro Piccolo Eliseo di Roma

Quanti sono i momenti di felicità? Ogni giorno gli istanti trascurabili sono molteplici: ritrovare in tasca le chiavi di casa, dopo aver chiuso la porta ed essere stati assaliti dall'angoscia di averle lasciate dentro; la soluzione del gioco finale nel quiz televisivo pre-telegiornale; la soddisfazione malcelata di comunicare a un occupante abusivo, che quello su quale è seduto è il tuo posto; attraversare un incrocio super trafficato grazie a uno studio certosino dei semafori che lo regolano.

E si potrebbe continuare all'infinito. Valerio Aprea li racconta sul palco del Teatro Eliseo, tutti quelli raccolti da Francesco Piccolo nell'omonimo libro. I "Momenti di trascurabile felicità" sono una parentesi divertente e ironica, una breve incursione nelle follie e nelle manie del quotidiano che accomunano un po' tutti e che danno, per questo, un respiro universale agli episodi narrati.

Una scena nuda, solo la voce di Aprea introduce la lista delle felicità che si alternano a spezzoni video girati dallo stesso attore o ripresi dalla tv, per sottolineare, dimostrare o estremizzare la narrazione. I frammenti coinvolgono perché reali, riscontrabili nella quotidianità. Persino quei pensieri cinici che nessuno confesserebbe, neppure a se stesso, vengono esplicitati in tutta la loro crudezza che diventa però estremamente comica.

Tra i vari momenti di trascurabile felicità uno è poeticamente inatteso: l'immagine della ragazza che all'alba ha ancora sul viso la polvere della notte appena trascorsa, chissà dove e con chi, stordita e lontana. È una donna del giorno prima, non di oggi e la sua immagine si oppone alla limpidezza del giorno appena nato. Fantasie, pensieri, manie: un elenco di volti e sensazioni che divertono e distraggono, catarticamente. [patrizia vitrugno]