Miss Universo
Autore: Walter Fontana
Regia: Cristina Pezzoli
Scene e costumi: Rosanna Monti
Luci: Fabrizio Ganzerli
Produzione: Agidi
Interpreti: Angela Finocchiaro
Anno di produzione: 2008 Genere: monologo
In scena: Teatro Ambra Jovinelli, Via Guglielmo Pepe, 43-47 Roma, fino al 2 marzo
Info: 0644340262

Sentirsi topo o pantera, questo è il problema.
Miss Universo, il nuovo spettacolo di Angela Finocchiaro, in scena fino al 2 marzo al teatro Ambra Jovinelli, analizza in modo scanzonato le nevrosi della donna moderna, costantemente afflitta da un dualismo interiore tra il sentirsi aggressiva ed intrepida e le ansie ed i limiti della propria inadeguatezza verso il mondo.
Laurina è una donna di mezza età ipocondriaca ed insoddisfatta. Un pomeriggio, durante la consueta attesa nello studio del dermatologo, spezza il tran tran quotidiano innescando un improbabile concatenarsi di eventi.
Dopo il trionfo cinematografico ottenuto con La bestia nel cuore di Cristina Comencini, Angela Finocchiaro regala un’altra interpretazione da manuale, moltiplicandosi e trasfigurandosi in cinque personaggi paradossali: il mediocre dermatologo, un idraulico dogmatico, un antennista sintonizzato sulle frequenze divine e una sorprendente schiera di divinità inedite.
Con la complicità dei testi di Walter Fontana (autore televisivo di Aldo Giovanni e Giacomo, di Claudio Bisio e della Gialappa’s Band), scopriamo che l’esistenza del nostro universo è legato a un filo sottilissimo ed anche un herpes che non vuole andar via può essere alla base di un cataclisma irreversibile. In fondo la vita altro non è che il rapporto tra l’uomo ed il Fornitore e questo vale sia per uno scaldabagno che non vuol funzionare, che per un’emozione piacevole che tarda ad arrivare. Su tutto troneggia il dio fornitore, vero e proprio deus ex machina che in veste di manutentore, affaticato da un lacunoso libretto d’istruzioni, si adopera per risolvere le falle del mondo, coadiuvato dall’eroico antennista di Cesano.
L’ironia è la componente fondamentale dello spettacolo che nel surreale dipanarsi dell’intreccio suscita una divertita e consapevole riflessione sulle nostre contraddittorie esistenze.
[paola di felice]