Miseria e nobiltà
Autore: Eduardo Scarpetta
Regia: Armando Pugliese
Scene: Bruno Garofalo Luci: Gianni Netti
Costumi: Raimonda Gaetani Musica: Paolo Coletta
Produzione: Komiko Production, Augusteo Produzioni Compagnia: Komiko Production
Interpreti: Francesco Paolantoni, Antonella Cioli, Patrizia Spinosi, Imma Villa, Giuseppe De Rosa, Antonio Ferrante
Anno di produzione:2008 Genere: commedia
In scena: sino al 6 gennaio 2009 al teatro Sala Umberto di Roma

La vera miseria e la falsa nobiltà sono protagoniste della commedia Miseria e nobiltà, pietra miliare del teatro napoletano, in scena alla Sala Umberto fino al 6 gennaio.
L’intreccio è noto. In un modesto sottoscala vivono alla giornata le famiglie dello scrivano don Felice e di don Pasquale (Nando Paone), di mestiere salassatore. La fame accompagna le loro esistenze. Del resto “la gente non vuole più buttare il sangue”, lamenta Pasquale; così come si è fatta spietata la concorrenza per Felice giacché ormai chiunque, pur senza conoscere una parola di Puteolano, si accredita come scrivano. E così le due famiglie cercano di arrangiarsi, mettendo a pegno i beni di casa per un pacco di pasta. C’è comunque il tempo per sognare l’amore: la rotonda Pupella, figlia di Pasquale, aspetta alla finestra di veder passare le scarpe di Luigino, il giovane che la corteggia da qualche tempo. La scena si chiude con una grande abbuffata, dopo che il cuoco (l’imponente Antonio Fiorillo) ha apparecchiato la tavola come fosse un candido altare sacro, con tanto di scampanellio da offertorio.
L’occasione di riempire la pancia arriva per gli spiantati con una proposta del marchesino Favetti, nobile innamorato della ballerina Gemma, figlia di un cuoco arricchitosi grazie ad un’eredità. Poiché il padre non vuole acconsentire a conoscere la famiglia di Gemma, di origine modesta, il marchesino chiede a Felice e compagnia di recitare la parte dei suoi nobili parenti. Promette lauto pasto e ricompensa al termine della sceneggiata. Nel palazzo di Gaetano Semmolone, detto Fritto misto, per vie diverse si ritrovano così tutti i protagonisti della commedia e, dopo equivoci e fraintendimenti, si formano le coppie e tutto si conclude per il meglio.
La regia di Armando Pugliese riadatta il testo con dialoghi che reggono benissimo la scena e gli interpreti sono a loro agio nella parte. Bravo anche Riccardo Radice, nel ruolo del piccolo Peppiniello. Audace, forse troppo, la scelta di trasformare Gemma in un personaggio grottesco. La bellissima ballerina che al cinema aveva le sembianze di Sophia Loren, va in scena catatonica, per di più indossando un improbabile tutù. Francesco Paolantoni, nel ruolo di Felice Sciosciammocca, che fu del Principe De Curtis nella versione cinematografica del 1954, mette tutto se stesso nel personaggio, liberandosi così dal rischio di voler emulare l’indiscusso Totò.
[marina viola]