Il misantropo
Autore: Moliere Traduzione:
Regia: Massimo Castri
Scene: Maurizio Balò Costumi: Maurizio Balò
Luci: Gigi Saccomandi Musica: Arturo Annecchino
Produzione: Teatro di Roma
Interpreti: Massimo Popolizio, Graziano Piazza, Sergio Leone, Federica Castellini, Ilaria Genatiempo, Laura Pasetti, Tommaso Cardarelli, Andrea Gambuzza, Davide Lorenzo Palla, Miro Landoni
Anno di produzione: 2010 Genere: commedia
In scena: Fino al 7 novembre al Teatro Argentina di Roma

"La brutta abitudine di farsi le feste che va tanto di moda. Le contorsioni dei grandi acrobati del vivere sociale. Gli eterni impiegati del servizio mondano. I cerimonieri della futilità, che sparano qua e là complimenti a casaccio colpendo alla rinfusa chi vale e chi no". Questo odia il misantropo perché "stimare chiunque è stimare nessuno".

Massimo Popolizio è "Il misantropo" registicamente guidato da Massimo Castri. È lui l'Alceste che battibecca con la civetta Cèlimene, la donna di cui è innamorato di un amore senza fronzoli o smancerie, vestita del bianco di Federica Castellini, un po' macchietta, un po' sopra le righe e forse anche un po' a disagio nel dividere il palco con un primo attore del peso di Popolizio.

Perché quando un fuoriclasse come lui affronta un testo di Moliere, ne diventa parte integrante. Una parte che lo distacca dal tutto dello spettacolo, facendo eclissare quanti non riescono ad essere alla sua altezza. I vanesi Filinte (Graziano Piazza) e Oronte (Sergio Leone) ci provano ma con scarsi risultati. Nella messinscena risulta troppo didascalica la caratterizzazione dei personaggi: da un lato la ricca e affettata falsità delle pubbliche relazioni colorata nelle alte chiome, dall'altra il misantropo coi suoi colori cupi, la sua capigliatura dimessa.
Gli specchi bianchi (58) di Maurizio Balò, riflettono e racchiudono sul palco l'intera platea per sottolineare, forse, la condizione umana che, seppure in tempi così diversi (fu scritta nel 1666), è sempre attuale nelle parole di Moliere.

Quando tutto è ormai scoperto, quando la trama è svelata e non ci sono più bugie da smascherare, gli specchi cadono e resta la verità. Resta solo Alceste, il galantuomo.
[patrizia vitrugno]