Mediano di spinta
Autore: Adriano Bennicelli, Michele La Ginestra Traduzione:
Regia: Roberto Marafante
Scene: Costumi:
Luci: Francesco Mischitelli Musica: Antonio Di Pofi
Produzione: Pensieri in Arte Compagnia:

Interpreti: Michele La Ginestra, Federica Rizzo, Carla Tutino, Stefano Calderano

Anno di produzione: 2011 Genere: monologo
In scena: fino all'8 maggio al Teatro 7 di Roma

Michele La Ginestra torna al monologo con “Mediano di spinta”, testo scritto a quattro mani con Adriano Bennicelli. È la storia di Marco Andreozzi, mediano di spinta, che ripercorre la sua vita di calciatore mentre è impegnato a scrivere una lettera all'amico Tino, missiva che vuole sia perfetta. Dai caldi pomeriggi estivi trascorsi a giocare a pallone in strada, all’esordio nella Roma Primavera, passando per il matrimonio con Caterina, fino all’arrivo nel Cesena. Una storia di calcio, di amore, di amicizia e purtroppo anche di solitudine, quella che soffre il mediano a centrocampo. Andreozzi arriva fino in Mozambico per ritrovare se stesso. E scrivere finalmente a Tino. Tante le persone conosciute che entrano in scena attraverso delle sagome realizzate da Camilla Cuparo: da suor Genuflessa all’allenatore Beppe, dall’africano Augustinus che sogna di fare il calciatore, a Caterina che lo tradisce con il compagno di squadra Mimmo Aiello. Fino al suocero, professore di lettere, inizialmente tanto distante da lui ma che si dimostrerà quello più vicino.

Un racconto divertente, emozionante dedicato ad Agostino Di Bartolomei, calciatore della Roma che si è suicidato il 30 maggio 1994, esattamente dieci anni dalla finale di Coppa dei Campioni persa dalla Roma contro il Liverpool. Che poi è Tino, il caro amico a cui scrive il messaggio che non giungerà mai a destinazione.

Il racconto, diretto da Roberto Marafante, è accompagnato dalle musiche di Adriano Di Pofi eseguite in scena da Federica Rizzo alla viola, Carla Tutino al contrabasso e Stefano Calderano alla chitarra. Curiosità: l’aiuto regia è Morgana Giovannetti, la baby imitatrice del Bagaglino negli anni Novanta. [emanuela dolce]