La malattia della famiglia M
Autore: Fausto Paravidino Traduzione:
Regia: Fausto Paravidino
Scene: Laura Benzi Costumi: Sandra Cardini
Musica: Luci:
Compagnia: Gloriababbi Teatro Produzione:Teatro Stabile di Bolzano
Interpreti: Fausto Paravidino, Iris Fusetti, Jacopo-Maria Bicocchi, Emanuela Galliussi, Nicola Pannelli, Paolo Pierobon, Pio Stellaccio
Anno di produzione: 2000 Genere: commedia
In scena: fino al 13 Dicembre 2009 al Teatro Piccolo Eliseo di Roma

“La malattia è un'ingiustizia senza rimedio”

Una famiglia composta da padre, due sorelle e un fratello. Il nucleo è unito da un dramma interno: la morte della madre, evento che aleggia tra le quattro mura dell'abitazione, ma che non viene quasi mai affrontata. Giusto incastrata con finto distacco tra un dialogo e l'altro. Ogni componente ha una sua identità caratteriale: Maria (Emanuela Galliussi) è schiva e silenziosa, alle prese con gli impulsi sessuali; Marta (Iris Fusetti) ha preso su di sé il ruolo della madre in famiglia, cercando di aiutare senza lamentarsi dell'improprio compito; Gianni (Fausto Paravidino) è il bambino di casa, nonostante l'anagrafe non lo precisi; il padre Luigi (Nicola Pannelli), malato e ormai frenato dai bisogni primari è incapace di imporre la sua autorità. Attorno alla 'malattia' della famiglia M ruotano Fabrizio (Jacopo-Maria Bicocchi) e Fulvio (Pio Stellaccio), coinvolti sentimentalmente con Maria e funzionali alla vicenda: sono il mezzo per alleggerire la storia e regalare una ventata di commedia degli equivoci nel dramma. Infine a fungere da collante c'è un medico di base (Paolo Pierobon), che introduce i protagonisti della storia e ne chiude il racconto.
Scrive il critico teatrale Franco Quadri: “L'autore si propone di allargare il proprio discorso all'analisi di una famiglia nella sua completezza, dentro il contesto di un borgo presumibilmente simile a quello dove è nato, nell'Alessandrino, e ne delinea con bella efficacia il disegno e i caratteri, finché non arriva a inserirvi un equivoco da pochade o da tragedia, comunque assai teatrale e forte di un'effettiva verità, che sconvolge la situazione e la conduce a uno sbocco”.
Il dolore, il rifiuto di crescere, il bisogno di liberarsi dal fardello famigliare e la mancanza di dialogo. Un mix di vita quotidiana si impone nel testo scritto (a 24 anni e vincitore del Premio Candoni-Arta Terme nella sezione opere commissionate), diretto ed interpretato da Paravidino, che con la sua compagnia regala al pubblico in sala un'armonia recitativa rara e coinvolgente. Paravidino è bravo, sia come autore (i dialoghi sono perfetti), che come regista (una compagnia ben affiatata, con i ritmi recitativi acquisiti) ed interprete (cambia registro con semplicità).
A voler trovare una pecca, forse il nostro eccede nel desiderio di spiegare, mostrare e chiudere la trama vissuta. Spesso basta una parola in meno per regalare un'emozione in più
. [valentina venturi]