Un ispettore in casa Birling
Autore: John Boynton Priestley Traduzione: Giovanni Lombardo Radice
Regia: Giancarlo Sepe
Scene: Almodovar Costumi: Giovanni Ciacci
Luci: Umile Vainieri Musiche: Harmonia Team
Produzione: Bis Tremila s.r.l.
Interpreti:Paolo Ferrari, Andrea Giordana, Crescenza Guarnieri, Cristina Spina, Vito Di Bella, Mario Toccafondi, Loredana Gjeci
Anno di produzione: 2009 Genere: giallo
In scena: in turnè

E’ il 1935, siamo in Inghilterra. In casa Birling si festeggia il fidanzamento della giovane Sheila con Gerald Croft, erede di un ricco industriale. Sotto la debole luce notturna del giardino di casa, in un’atmosfera ovattata che tuttavia non lascia presagire nulla di buono, si consuma la finta felicità di una famiglia piena di lati oscuri.

E’ la vigilia della Seconda Guerra Mondiale ma nessuno sembra volere ammettere che un conflitto possa intaccare lo status acquisito dal padrone di casa: industriale di successo, non nobile certo, ma prossimo a ricevere una qualche onorificenza dalla famiglia reale, in modo da rendere la figlia ancor più degna delle nozze con il giovane Gerard. Solo il figlio Eric, sfaccendato ubriacone, sembra possedere una sorta di scrupolo morale, un senso di ribrezzo verso la filosofia di vita dei propri genitori che, intenti ad elevare la propria condizione, manifestano disprezzo e disinteresse nei confronti di qualunque individuo si frapponga tra loro e il raggiungimento dei propri scopi. “Un uomo deve pensare esclusivamente al proprio interesse - lo istruisce infatti il padre - senza riguardo per come ciò possa influire sulla vita altrui”. Ma il momento di fare i conti con la coscienza non è lontano: un ispettore di polizia bussa alla porta, dicendo che una giovane donna si è suicidata per colpa di qualcuno di loro.

Da qui si dipana la matassa che porterà a rivelare il responsabile o i responsabili del gesto disperato. Alla fine si tratterà di stabilire se sono tutti colpevoli o tutti assolti. E’ una questione morale ed è il sale di questa pièce teatrale scritta da John Boynton Priestley e connotata da una forte denuncia sociale sulla condizione operaia e sullo sfruttamento degli industriali. Loro sono i “cittadini rispettabili”: “Ma dove starà il confine tra loro e i criminali?” si domanda l’ispettore Goole, uno strepitoso Paolo Ferrari che in questa rappresentazione incarna la coscienza di ognuno.

La scelta delle scene quali un esterno fisso per entrambi gli atti, l’uso del fumo per rendere la nebbia, le luci basse e i movimenti, spesso lenti ed esasperati, degli attori sono stratagemmi validissimi, che contribuiscono a raccontare un conflitto di coscienza, il senso di colpevolezza e il desiderio pressante dei protagonisti di assolversi. A ciò si aggiungono un ritmo serrato di colpi di scena e un interessante uso del forward, meccanismo tipico del cinema e desueto in teatro, che tengono alta l’attenzione e la tensione. Non certo ultimo è il merito degli attori, tutti e sette ben calati ciascuno nel suo ruolo e affiatati. Buono il risultato finale del lavoro. [marina viola]