Guai a voi ricchi. Mio padre era cattocomunista


Anno
2012

Genere
-

In scena
R assegna LET – Liberi esperimenti Teatrali-
Cometa Off | Roma

Autore
Giovanni Scifoni
Regia
Giovanni Scifoni
Interpreti
Giovanni Scifoni

 

Un sacco pieno da svuotare sul palco. Un registratore dal quale ascoltare il canto per Camillo Torres. Un altare improvvisato, sul quale allestire una messa con calice e ostie. Giovanni Scifoni mette insieme molte storie, tante parole e parecchi oggetti. Nel racconto, solo falsamente confuso, della sua realtà di ragazzo cresciuto in una famiglia cattolica, seguendo un’educazione rigorosamente cattocomunista, ripercorre la storia della fede che si intreccia con il comunismo. Racconta di quell’età vissuta a giocare a “Lotta di classe” (un “Monopoli” in versione comunista), in cui i giocatori erano la pedina operaio e la pedina capitalista. Con uno stile leggero e seguendo il filo dei ricordi, che – si sa – non è mai continuo e ordinato, riflette e fa riflettere sui valori, quelli veri, e sulla fede, quella vera. E poi l'autore domanda e si domanda cosa sia la ricchezza.

Negli alti e bassi della memoria, lo snodo più appassionante ed emotivamente forte è quello dedicato all’America Latina, ai preti guerriglieri, al vescovo Romero. Qui i toni sono più bassi, diventano intimisti e catturano per intensità. Giovanni Scifoni è un vulcano e questo spettacolo sottolinea le sue capacità attoriali indubbiamente elevate. “Guai a voi ricchi. Mio padre era cattocomunista”, lancia domande e spinge a interrogarsi su cosa sia la fede, cosa salverà l’uomo e cosa ci aspetta nel futuro. La bellezza del testo e dello spettacolo sono nell’atteggiamento, nello spirito con il quale Scifoni affronta un tema come questo: senza dare giudizi, senza pretendere di indicare la soluzione ma semplicemente ponendo delle domande, lanciando provocazioni o solo interrogativi. Un invito a pensare, a crearsi un’opinione. La vera ricchezza dell’uomo libero.
[patrizia vitrugno]