Erodiade
Autore: Giovanni Testori Traduzione:
Regia: Pierpaolo Sepe
Scene: Francesco Ghisu Costumi: Sandra Cardini
Luci: Pasquale Mari Musica: Francesco Forni
Produzione: Nuova Teatro Eliseo e Teatro Stabile del Veneto
Interpreti: Maria Paiato
Anno di produzione: 2010 Genere: drammatico
In scena: Fino al 14 novembre al teatro Piccolo Eliseo Patroni Griffi | Via Nazionale, 183 I-00184 Roma | centralino 06.488721 | botteghino 06.4882114 06.48872222 - info@teatroeliseo.it

Non è solo il rifiuto. È anche la maledizione. “Erodiade” non perdona all’uomo di averle preferito un dio che non conosce, un dio che la sua mente non arriva a comprendere. Maria Paiato si contorce nel dolore del racconto che ha portato alla morte di Giovanni Battista. Una lunga veste rossa la fascia, lasciando la schiena nuda; schiena che spesso è rivolta al pubblico, nell’estasi nevrotica del dolore. Una prova perfetta, un puro esercizio di stile. La Paiato è sicura, precisa, non sbaglia un’intonazione, non perde mai la concentrazione: si muove sinuosa e volitiva quando mima Salomè, la figlia alla quale commissiona la morte di Giovanni; diventa zoppicante nel ricordo del dolore di femmina rifiutata.

La regia di Pierpaolo Sepe si avvale anche delle scelte musicali di Pasquale Mari che nel connubio con le luci incorniciano “Erodiade”. Circondata dalla metallica scenografia di Ghisu, le luci la avvolgono accompagnando ritmicamente il suo monologo allucinato. Della perfezione dell’esecuzione non arriva, però, molto oltre il palco. Un’attrice eccellente come la Paiato pare metterci poco cuore, perdendo un po’ in emozione e confezionando il tutto con poca passione. Di certo non si può dire che non ci sia bravura o che manchi il cosiddetto “mestiere”.
Ma arrivare al cuore con un testo così ricco, carico di parole, le stesse che lei pronuncia così bene, è quel passo in più che avrebbe conferito allo spettacolo quel livello di perfezione che meritava.
[patrizia vitrugno]