Elisa Cruz
Autore: Vincenzo Manna Adattamento:
Regia: Andrea Baracco
Scene: Bruno Buonincontri Costumi: Laura Rhi-Sausi
Luci: Camilla Piccioni Musica: Giacomo Vezzani
Compagnia: Teatro del Carretto Produzione: Suite
Interpreti: Elisa Di Eusanio, Roberto Manzi, Marco Grossi
Anno di produzione: 2009 Genere: drammatico

In scena: fino al 20 Dicembre 2009 al Teatro Argot di Roma, via Natale del Grande, 27

Premesso che un testo originale e contemporaneo vada comunque apprezzato per il coraggio di uscire dal percorso rassicurante degli autori teatrali conosciuti, lo spettacolo Elisa Cruz di Vincenzo Manna è un’occasione mancata. L’idea di raccontare la storia di una prostituta in uno squallido quartiere periferico di una città, poteva essere declinata in vari modi. E proprio qui sta il problema: non c’è una scelta, non è chiaro se dipenda dal regista o dallo scrittore. Non si sceglie di approfondire il rapporto tra la prostituta e il fratello, non si sceglie la strada dello squallore metropolitano, non si sceglie la via del caos, non si sceglie il punto di vista della prostituta o di approfondire l’apparente ambiguità tra il mestiere di Elisa e il suo aspetto infantile e candido.
Si mischia tutto in superficie e il risultato è che nonostante tutti e tre gli attori si donino allo spettacolo, le emozioni non arrivano: non c’è una guida, una direzione. Quando il testo è asciutto, come in questo caso, il sentimento espresso deve essere vero, non può essere recitato.
Elisa Di Eusanio ha una bella fisicità, ha lavorato sull’espressione corporea del personaggio, ma non sulla voce (colpa del testo troppo lungo? Di maturazione personale?). Roberto Manzi è nello spazio scenico, ma urla troppo e non dà emozioni al personaggio. Marco Grossi, il cliente della prostituta, è l’attore che sulla scena ha trovato il giusto equilibrio tra corpo e voce.
Il testo, forse andrebbe rivisto, approfondito e la regia dovrebbe avere un indirizzo più definito. [deborah ferrucci]