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Autore:
Claudio
“Greg” Gregori, Alessandro Casella |
Traduzione: |
Regia:
Matteo
Tarasco |
Coreografie:
Cristina Pensiero |
Costumi:
Chiara
Aversano |
Luci:
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Musica:
Claudio Gregori, Attilio Di Giovani |
Produzione:
Micca Club, Greg |
Interpreti:
Claudio Greg Gregori, Miss Dirty
Martini, Luna Rosa, Lydia Giordano, Danilo De Santis |
Anno
di produzione: 2010 |
Genere:
musicale |
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L'idea
è originale. Trasformare il teatro Olimpico
di Roma fino al 5 dicembre, in una macchina del tempo
riportando le lancette dell'orologio indietro fino
al 1958, all'interno di un locale notturno di Via
Veneto - il "Gatto Nero" -, dove ogni sera
andava in scena un caleidoscopio di canzoni, balletti,
standing up comedy e spogliarelli vari. Qui Greg -
il gestore: un cantante pieno di talento ma freddo
e anaffettivo come l'Humprey Bogart di "Casablanca"
-, si innamora di un'innocente ragazza che a sua volta
è amata dal passionale e intraprendente cameriere.
E mentre i due si sfidano a duello, Dirty Martini
incanta il pubblico con le curve sinuose e le labbra
glitterate. Tra una canzone, un ballo coloratissimo
e uno spogliarello caliente, si consumano le vicende
dei nostri tre protagonisti. E sullo sfondo il fascino
di quell'incredibile capitolo di storia italiana che
è stato la Dolce Vita.
"La Dolce Diva Burlesque Show" è
il tentativo di rinverdire o far riscoprire un genere,
il burlesque appunto che lungi dall'essere un mero
spogliarello, si configura come una parodia eroticomica
di ispirazione vaudevillesca (veniva definito "la
follia dei poveri", perché a loro era
dedicata questa travolgente rappresentazione della
vita delle classi più abbienti). Ironico e
provocatorio, il burlesque si distinse ben presto
dalle precedenti forme di avanspettacolo per la bellezza
mozzafiato delle sue dive, vere e proprie icone di
burro che popolavano, vestite solo di paillettes,
piume di struzzo e tassels a dir poco felliniani,
i sogni erotici di affecionados.
Così sul palco dell'Olimpico vediamo susseguirsi
l'italica Lydia Giordano, uno dei vertici del triangolo
che costituisce il filo rosso che tiene insieme e
giustifica i diversi ed eterogenei elementi dello
spettacolo. Accanto a lei la sensuale ed animalesca
Luna Rosa personificazione del classico esotico e
la newyorkese Miss Dirty Martini che, a proposito
delle sue performance, sostiene: "Il New Burlesque
è un genere di spettacolo molto politico e
noi ci sentiamo a tutti gli effetti delle femministe.
Riprendiamo una tradizione culturale antica, che risale
agli anni '20, all'epoca delle pin-up, di Houdini,
di Mae West. Ma lo facciamo per combattere gli stereotipi
del corpo femminile mercificato dall'industria dello
spettacolo, gestita dagli uomini. Il nostro scopo
è che tutti, donne e uomini, siano a proprio
agio con il proprio corpo".
Il risultato è uno spettacolo che nonostante
le premesse risulta alla lunga deludente. E' un insieme
di numeri costruiti secondo quadri viventi, che si
susseguono con prevedibile sequenzialità: sketch,
battute, barzellette affidate a Greg; una canzone
con balletto; uno spogliarello e poi nuovamente gag-canzone-spogliarello.
Lo spettacolo risulta alla lunga meccanico,prevedibile,
con numeri, sopratutto gli spogliarelli che dovrebbero
rappresentare il punto forte della performance, ma
sono privi di slancio, originalità, sensualità.
Incapaci di cambiare marcia, di creare un climax emotivo
che possa coinvolgere gli spettatori più neutrali.
Peccato. [fabio
melandri]
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