Diario di un pazzo che amava Shakespeare
Autore: Anna Mazzamauro da Nikolaj Gogol Adattamento:
Regia: Livio Galassi
Scene: Fabiana Di Marco Costumi: Graziella Pera
Coreografie: Ermanna Mandelli Musica: Riccardo Taddei (fisarmonica)
Produzione: Teatro Ghione
Interpreti: Anna Mazzamauro, Claudio Merico (violino)
Anno di produzione: 2010 Genere: monologo

In scena: fino al 21 marzo al Teatro Ghione, Via delle Fornaci 37  Tel. 066372294

La bellezza sta nel darsi. Senza orpelli, con una scenografia essenziale, musica dal vivo, pareti bianche, Pierrot o Pulcinella vestito di bianco come unico protagonista del palcoscenico. Un bianco che costringe lo spettatore a fare i conti con se stesso, inchiodato alla stessa sedia a rotelle dell'attore in scena. Che sia la metafora della frustrazione, dei limiti della condizione umana?
Un’attrice che si dà, scende tra il pubblico, recita l’attore e i suoi personaggi. Che usa il suo corpo in tutte le variazioni musicali: teso, vicino, lontano, morbido, sinuoso. Nervoso come un arco che scocca le frecce sul pubblico e lo strega. Magia del teatro.
Anna Mazzamauro è un attore frustrato che recita quello che non è stato: un re sulla scena, non ha interpretato Riccardo III, non è stato ricambiato dall’amore di Sophie, la figlia dell’impresario, che gli ha preferito un attore protagonista, il gendarme. Eppure quella negazione è forte, riempie la scena, attanaglia lo spettatore. Forse risiede nella magia di una grande attrice, nella regia armoniosa e lieve, nella musica timida che aspetta che il personaggio interpreti la sua follia. Il pubblico è lì che attende che qualcosa accada, aspettando Godot, ma Godot non arriva. Quello che doveva accadere è già accaduto, resta la frustrazione e la malinconia. Restano i versi di Shakespeare che il folle può recitare per riprendersi una vita che non ha rispettato le sue promesse e le sue illusioni.
Uno spettacolo che non ha un genere, è tutt’uno con l’attrice, l’attore, il personaggio. È un'immersione totale nell’umanità. Forte e senza fiato.
[deborah ferrucci]