Cats
Autore: T.S. Eliot, Andrew Lloyd Webber Traduzione, adattamento: Michele Renzullo, Saverio Marconi, Franco Travaglioe
Regia: Saverio Marconi, Daniel Ezralow
Scene: Gabriele Moreschi Costumi: Enrico Coveri
Musica: Andrew Lloyd Webber
Coregorafie: Daniel Ezralow
Produzione:Compagnia della Rancia su licenza di Anfiteatro Musica per conto di The Really
Useful Group Ltd.
Interpreti: Azzurra Adinolfi, Federica Baldi, Gianluca Ciatti, Simone De Rosa, Tiziano Edini, Stefania Fratepietro, Silvania Isolani, Alessandro Lanzillotti, Roberto Miolla, Fabio Monti, Giulia Ottonello, Alessandro Neri, Massimiliano Pironti, Maria Silvia Roli, Andrea Rossi, Laura Serafina
Anno di produzione: 2009 Genere: musical
In scena: dal 14 aprile al Teatro Il Sistina di Roma | per la turnè vai al sito dello spettacolo

È probabilmente il musical più famoso al mondo. Rappresentato in circa 26 paesi e 250 città, è già stato tradotto in 10 lingue, ha vinto due Oliver Awards (i premi per il teatro a Londra) quale miglior musical e per le migliori coreografie (Gillian Lynne). Nel 1983 Cats ricevette undici candidature ai Tony Awards, vincendo un totale di otto premi, tra cui miglior musical, miglior musica e miglior interprete femminile non protagonista.

Basato sul libro di Thomas Stearns Eliot “Old Possum's Book of Practical Cats” (con aggiunte di Trevor Nunn e Richard Stiloge), prende vita da una raccolta di poesie, inizialmente concepite come lettere che Eliot scriveva ai suoi nipotini e pubblicate solo in un secondo momento. Lloyd Webber che ha musicato tutte le poesie della raccolta per costruire la storia del musical, oltre a materiale
inedito fornitogli dalla vedova di Eliot, ricorda: “L'elemento decisivo fu la storia di una gatta chiamata Grizabella che Eliot non aveva incluso nel suo libro per bambini perché riteneva fosse troppo triste. Con quella scoperta Cats, come sarebbe diventato, aveva quel potenziale di luce e ombra di cui avevo bisogno per scrivere l'intera partitura”.

Oggi Cats viene messo in scena per la prima volta in italiano dalla Compagnia della Rancia di Saverio Marconi che ricorda: “È motivo di orgoglio e che la Really Useful Group, molto attenta nella concessione dei diritti dei propri lavori, dopo una trattativa durata 6 anni condotta in collaborazione con Lucia Ostali Mantovani, amministratore di Anfiteatro Musica e rappresentante della RUG in Italia, abbia scelto la Compagnia della Rancia per una nuova edizione di un titolo storico come Cats, fenomeno indiscusso in scena in tutto il mondo da quasi 30 anni”.
Non si tratta semplice di una traduzione dello spettacolo originale, ma di una messa in scena ex-novo in cui spiccano le coreografie di Daniel Ezralow, che firma anche la regia associata: “Sono molto felice che mi sia stata offerta l’opportunità di lavorare a questo spettacolo. Sta prendendo forma uno show assolutamente originale dove, insieme alla straordinaria partitura scritta da Andrew Lloyd Webber, cercheremo di spiegare il rapporto strano, descritto dal bellissimo libro di Eliot, che esiste fra i gatti e gli uomini. Ci sono aspetti umani nei gatti e ci sono aspetti ‘felini’ negli uomini: soprattutto su questa particolarità sarà rivolta la nostra attenzione”.
La storia è nota: come ogni anno, i gatti della tribu Jellicle si danno ppuntamento al chiaro di luna per la festa durante la quale il vecchio Deuteronomio, loro leader, sceglierà chi di loro passerà nel “Dolce Aldilà” (Heavyside Layer) per rinascere a nuova vita. Questa è una notte davvero speciale: gli umani assistono alla festa dei gatti.
I Jellicle si presentano e raccontano le loro storie; tra loro c’è anche Grisabella, un tempo gatta affascinante, ora malconcia ed evitata da tutti. All’improvviso compare il malvagio Macavity, che rapisce Deuteronomio e si ripresenta più tardi fingendosi proprio Deuteronomio: il gatto criminale viene però smascherato e scacciato dagli altri gatti. I Jellicle si mettono così alla ricerca del buon Deuteronomio e chiedono aiuto al mago Mr. Mistofeles che, alla fine di un numero spettacolare, lo fa riapparire. Mentre l’alba si avvicina Grisabella ricompare sulla scena e, cantando la celebre “Memory”, rievoca i bei tempi: i gatti sono pronti a riaccoglierla tra loro. Deuteronomio decide che sarà proprio lei ad aver diritto a rinascere e la accompagna alle porte del “Dolce Aldilà”.

Lo spettacolo parte bene, con l’Overture accompagnata dal suono naturale dell’orchestra che sebbene nascosta suona dal vivo e rappresenta, oltre ad un importante sforzo produttivo, una piacevolissima novità nel panorama del musical italiano e della Rancia in particolare. Non mancano occhi di gatto che si illuminano nell’oscurità, all’interno di una discarica ai confini di un Luna Park: belle e funzionali le scene di Gabriele Moreschi. La stessa traduzione in italiano dell’opera dei testi originali fa meno danni di quanto ci si aspettasse (la maggiore preoccupazione era rispetto alla canzone più famosa, “Memory”). Eppure in alcuni frangenti si scivola in un macchiettismo non necessario (vedi Ciccio Gourmet, la locanda di Zia Rosalina, ecc. ecc.).
Cosa non funziona nello spettacolo? Innanzitutto le voci di molti dei protagonisti. Le questioni sono due: o l’orchestra è stata malamente amplificata (errori di gioventù?), oppure gran parte degli interpreti non ha l'adeguata potenza vocale per cantare e ballare in oltre due ore di spettacolo. Metà del cantato si perde nel vuoto. Inoltre, la colonna portante dello spettacolo originale erano le movenze feline che gli attori della compagnia riuscivano a dare ai loro personaggi. Nello spettacolo italiano questi movimenti, nonostante i video della presentazione al Colosseo di Roma, svaniscono, coperti, probabilmente, da costumi per la gran parte inadeguati, composti da improponibili tute che coprono sin troppo i corpi degli attori.
Le stesse coreografie di Daniel Ezralow non sono all’altezza delle originali: sembrano quasi adagiarsi su una medietas da spettacolo televisivo del sabato sera, per altro non aiutate da un palcoscenico (in questo caso Il Sistina di Roma) che ci è sembrato troppo piccolo per sostenere coreografie con 20 personaggi presenti in contemporanea sul palcoscenico. Gli attori-ballerini sono sembrati frenati, timorosi di scontrarsi l’uno con l’altro.
Il risultato è uno spettacolo visivamente imponente, ma vuoto di emozioni. Come una bella scatola natalizia tutta colorata e luccicante, ma miserevolmente vuota al suo interno. Meditate gente, meditate…
[fabio melandri]