La casa di Ninetta
Autore: Lina Sastri
Adattamento:
Regia: Emanuela Giordano
Scene: Andrea Nelson Cecchini Costumi: ---------------
Luci: Michelangelo Vitullo Musica: ------------------
Produzione: Asti Teatro, Sastreria srl
Interpreti: Lina Sastri
Anno di produzione: 2010 Genere: prosa

In scena: fino al 16 maggio al Teatro Piccolo Eliseo Patroni Griffi di Roma

La casa di Ninetta” è un palco vuoto. In fondo, sulla sinistra, sette sedie rosse che Lina Sastri apre via via durante l’intenso monologo dedicato alla madre, disponendole a semicerchio. Luci basse a segnare solo i dettagli, puntate sulla protagonista a evidenziarne il viso e le diverse espressioni. Nell’accorata e dolce preghiera che la Sastri rivolge alla madre c’è l’intensità della figlia prima che dell’attrice. Il ricordo che prende forma, è velato dal dolore per la perdita della mamma. La signora Ninetta è bella, col suo ampio cappello di paglia; è fortissima nonostante la vita non le abbia risparmiato sofferenze; è luminosa e allegra anche nella malattia. Il quadro dipinto dalla Sastri è popolato di donne: sono queste a condurre il gioco, gli uomini sono l’ombra scura della vita, sempre altrove, distanti col corpo e con lo spirito.

Nel fluire dei ricordi, si svela la vita dell’attrice-autrice, le storie più intime: il rapporto col padre assente, la consapevolezza di essere venuta al mondo per sbaglio e la certezza di avere per sempre con sé l’amore vero e immortale di una madre. A Ninetta piaceva cantare e la Sastri condisce il racconto dei ricordi con dolci fuori campo registrati dall’attrice negli ultimi anni di vita della donna. Sullo sfondo la città di Napoli coi suoi vicoletti e le mille voci di donne, perlopiù. Ogni sedia aperta ospita, infatti, sul finire dello spettacolo sei spettatrici che simboleggiano le donne che hanno abitato e riempito la casa e il cuore di Ninetta.

Un testo semplice ma diretto, interpretato con grazia e sincerità, senza sbavature o eccessi. [patrizia vitrugno]