Bollywood - The Show
Autore: Toby Gough Adattamento:
Regia: Toby Gough
Scene: ---------------------------- Costumi: ---------------------
Musica: Salim e Sulaiman Merchant
Coreografie: Vaibhavi Merchant
Produzione: Semmel Concerts e WuCo Concerts
Interpreti:
Anno di produzione: 2009 Genere: musical
In scena: Roma - Teatro Olimpico, dal 28 aprile al 17 maggio | Milano – Teatro degli Arcimboldi, dal 19 maggio al 24 maggio | sito dello spettacolo

Bollywood – The Show! riprende i motivi, le coreografie e le più fortunate colonne sonore di 80 anni di storia cinematografica indiana in un mélange suggestivo di danza, teatro, musical e film.
Gli spettacolari contrasti tra la tradizione indiana e l’affascinante mondo del cinema vengono ricomposti all’interno di una tipica storia d’amore “bollywoodiana”. La trama, ispirata alla realtà, si basa sulla saga familiare di una delle più famose dinastie cinematografiche indiane, la famiglia Merchant. Le mozzafiato scene di danza dello show sono state create proprio da Vaibhavi Merchant, coreografa di grande successo nonché la più giovane della famiglia Merchant. L’artista, premiata con l”Oscar indiano”, ha per altro firmato le coreografie per i balletti del film candidato all’Oscar “Lagaan”.

La musica di Bollywood – The Show! è stata composta e arrangiata da Salim e Sulaiman Merchant, che sono tra i più grandi compositori di colonne sonore cinematografiche della nuova generazione di Bollywood. Sono loro che hanno firmato le musiche del film campione d’incassi “Dhoom”, e per questo spettacolo hanno realizzato un mix congeniale di ritmi tradizionali e delle più celebri hit musicali del cinema bollywoodiano.

L’originale produzione di Mumbai (ex Bombay) presenta un opulento bouquet di immagini che vanno dall’India tradizionale al mondo dorato del cinema bollywoodiano.

Le produzioni cinematografiche di Bollywood appassionano ora un pubblico di milioni di persone anche in occidente. Il loro fascino così speciale risiede nell’esotismo: le storie d’amore vengono inserite nell’affascinante tradizione indiana, in suoni e danze insoliti per il pubblico occidentale. Con questo concetto di successo lo spettacolo conduce il pubblico in un viaggio emozionante ricco di immagini meravigliose, musica incantevole e danze inebrianti che spaziano dal tradizionale Kathak fino al più moderno hip hop, il tutto accompagnato dall’inconfondibile stile di danza bollywoodiano.

Elaborati effetti di luce e coloratissimi costumi offrono allo spettatore una vera e propria festa dei sensi della durata di due ore. Gli oltre 1.000 costumi provengono dall’atelier dello stilista Bipin Tannas, che ha vestito le star di Bollywood per tutti i più grandi film indiani. Nei suoi laboratori vengono lavorati e immagazzinati innumerevoli pallettes, bottoni, strass, tele di seta e costumi di tutti i colori.

Lo spettacolo è stato accolto con entusiasmo in quattro continenti: Australia, Asia, Europa e Africa. La tournée ha fatto tappa nelle città più importanti: Berlino, Zurigo, Londra, Johannesburg, Sidney, Barcellona, Anversa e Amsterdam (solo per citarne alcune). A breve Bollywood – The Show! arriverà per prima volta in Italia – a Roma e Milano – per poi preseguire in Spagna, dove sarà nuovamente in scena a Barcellona (che ha quasi segnato il tutto esaurito),e per la prima volta a Madrid.


 

Bollywood – The Show! - La saga di una grande dinastia
di Toby Gough

“Bollywood – The Show” è un’epopea che tratta di famiglie, dinastie e sogni e attraversa oceani e generazioni.

Mio nonno ha trascorso la sua intera esistenza in India e mio padre è nato e cresciuto nella vecchia Bombay. Da bambino guardavo film in Super 8 sulla sua vita in India negli anni ‘40. Da allora l’India mi ha incantato. Ho vissuto esperienze straordinarie attraversando il Rajastan in treno, percorrendo il Kashmir a piedi e studiando i cortei rituali della tradizione indiana.

Tre anni fa, a Mumbai, ho avuto il grande onore di incontrare Vaibhavi Merchant. Inizialmente volevo solo proporle di creare le coreografie di un nuovo spettacolo di danza. Ero sicuro che la variegata musica indiana (le canzoni popolari, i tamburi esaltanti e i ritmi dinamici) erano gli ingredienti perfetti per dar vita a uno spettacolo teatrale fantastico, con costumi straordinari, danze sensuali, interpreti affascinanti e la magia contagiosa dei film di Bollywood. Sapevo che Vaibhavi aveva creato i balletti del campione d’incassi “Lagaan” e che stava lavorando alle coreografie pompose ed esotiche del film “Devdas” e alla deliziosa produzione “Hum dil de Chuke Sanaam”. Sapevo anche che Vaibhavi, era la coreografa di maggior successo di Bollywood, considerata la “regina delle storie d’amore”. Ignoravo invece, che lei stessa discendesse da un’antica e affascinante dinastia. Tra i suoi antenati figurano famosi ballerini di Kathak di Jaipur. Suo nonno, il famoso Hiralal, è stato il re della danza indiana, nonché coreografo di alcuni classici dell’epoca d’oro del cinema hindi. La loro storia abbraccia 70 anni di produzioni cinematografiche all’interno di un’industria straordinaria. La famiglia Merchant ha così costituito la base della storia.

Ho quindi compreso che la storia che volevo raccontare si sarebbe dovuta basare su eventi reali. Tuttavia, l’ho arricchita con tutti gli elementi caratteristici di una pellicola “Bollywood-Masala”, comprimendola drammaturgicamente: volevo celebrare sia i classici film di Bollywood che quelli contemporanei. Vaibhavi è riuscita a coinvolgere nel progetto Salim e Sulaiman Merchant, due tra i più famosi e moderni compositori musicali dei giorni nostri. Naturalmente è stato subito chiaro che anche i due fratelli si chiamavano “Merchant” (mercante) di cognome e così abbiamo costituito la famiglia dei “mercanti di Bollywood”. Da allora la nostra famiglia è considerevolmente cresciuta, adottando molti dei più grandi attori, ballerini, designer e artisti indiani di ogni genere. La famiglia ha visitato l’Australia, la Nuova Zelanda e ora anche l’Europa per incontrare nuovi parenti: il resto della compagnia e voi, gli spettatori.

Siamo diventati una famiglia fantastica, e mi auguro che apprezzerete il tempo che passerete con noi, i “mercanti di Bollywood”. Insieme, forse, potremo fondare una nuova dinastia di stelle del cinema.

Bollywood – The Show! - La storia

Una vera storia di Bollywood è come un piatto indiano al curry. Occorre saper dosare le spezie giuste: il conflitto, la storia d’amore e il lieto fine!

Bollywood – The Show unisce la fiction alla realtà. Il conflitto tra Ayesha (coreografa e regista moderna di successo), e suo nonno Shantilal (il grande re del cinema tradizionale indiano), è tratto infatti dalla storia familiare di Vaibhavi Merchant, la coreografa dello spettacolo.

La vicenda ha inizio in India, nei deserti della regione del Rajastan, nel tempio di Shiva. La famiglia Merchant è custode della tradizione della danza Kathak (la danza degli dei). Shantilal Merchant è l’ultimo esponente di una lunga stirpe di guru e ora la tradizione rischia di estinguersi. In passato, nell’era d’oro dell’industria cinematografica di Bollywood, aveva lavorato come regista e coreografo. La lacerazione del paese aveva spezzato il cuore e l’anima della gente e Shantilal pensava che il cinema avrebbe potuto curarne le ferite. In un momento in cui l’industria cinematografica rischiava di diventare estremamente commerciale e anarchica, corrotta dalle mode occidentali e denaro sporco, Shantilal aveva fondato una scuola di danza nel deserto, nella quale insegnava e manteneva in vita le danze tradizionali folcloristiche.

Contro il suo volere, sua nipote Ayesha abbandona il Rajastan diventando la regina tra le coreografe e le registe della Bollywood contemporanea. La chiamano “la principessa delle storie d’amore” e tutto ciò che tocca si trasforma in oro.

Nonostante appartengano alla stessa famiglia, la loro concezione di coreografia cinematografica non potrebbe essere più diversa: Shantilal crede che il cinema possa cambiare la vita delle persone, mentre Ayesha sostiene che il cinema possa aiutare la gente a fuggire dalla realtà.
Il conflitto risiede proprio nei concetti di realtà e fantasia.
Il loro dissidio, che sembra essere insormontabile, è nato nel momento in cui Ayesha si è ribellata alla formazione classica, decisa a seguire lo stile di danza moderno occidentale.

Quando Ayesha viene a conoscenza dell’imminente morte del nonno, decide di fargli visita per rappacificarsi. Il suo viaggio la riporta nel cuore dell’India, nel deserto del Rajastan e quindi tra le braccia del suo amore d’infanzia Uday.

Ayesha viene letteralmente sopraffatta dalle coloratissime danze e dai ritmi martellanti dei tamburi delle feste folcloristiche del Rajastan e percepisce la forza della secolare tradizione familiare.

Nei templi si spengono i fuochi, Shantilal muore e non c’è nessuno che manterrà l’antica tradizione della danza degli dei. Ayesha decide di sposare Uday e di rimanere nel Rajastan per proseguire la scuola di danza del nonno mantenendo quindi la tradizione familiare, ma a suo modo: conducendo la scuola con un nuovo equilibrio tra moderno e antico.

E così nel finale dello spettacolo assistiamo a una colorata, toccante ed energica fusione tra elementi di danza folcloristici, classici, moderni, occidentali e indiani. Le lacrime si sono asciugate, le vecchie ferite si sono rimarginate e un antichissimo conflitto si risolve in un possente viaggio nel cuore sacro della danza.
HAPPY END!

Bollywood – The Show! - Viaggio nella musica dell’India
di Salim e Sulaiman Merchant

La storia della famiglia Merchant di Bollywood ha rappresentato, per noi, un viaggio all’interno della musica, della danza e del cinema indiani. Il nostro compito era quello di ricreare 100 anni di musica nel breve spazio di 100 minuti.

L’India è una nazione musicale: ogni villaggio, regione e stato possiede il proprio folclore e la propria scuola di musica tradizionale (o ‘Gharana’). La musica a Bollywood deriva da una lunga tradizione di Ggharana e di maestri che hanno tramandato queste tradizioni di generazione in generazione: maestri come Ustaad usavano uno strumento ad arco, molto simile al violoncello ma decisamente più piccolo. La sua peculiarità deriva dal modo in cui viene suonato: con la parte posteriore della punta delle dita anziché con la punta stessa. Ustaad Sultan Khan contiene ‘Kesariya Balam’, un’autentica composizione popolare originaria del Rajastan che chiede agli amati di fare ritorno a casa. La melodia è in ‘Raga Maand’ e vi si può sentire la voce di Karsan Sagathia. Il Maand è un particolare Raga che si è sviluppato come musica di corte nel Marwar. È molto complesso, ma col tempo si è tramutato nelle forme popolari che conosciamo oggi.

Le ballate di principi cavalieri e di eroi popolari locali cantate utilizzando il Raga Maand hanno una potenza evocativa in grado di risuonare in tutto il deserto. La prova della sua popolarità è data dal fatto che gli è dedicato un intero festival musicale a Jodpur. Sia Karsan Sagathia che Ustaad Sultan, provengono dalle desertiche regioni rurali del Gujarat.

Ogni attività umana è vista in India come un dono del cielo, con un’origine divina, e le rappresentazioni artistiche non ne fanno eccezione. La musica viene fatta risalire alla dea Saraswati, spesso raffigurata nell’atto di suonare la vina (strumento musicale a sette corde, simile al liuto) o a Krishna, che suona il flauto. Shiva, come Nataraja, è il dio della danza. Si dice che per tenere lontano il demone Tripurasur, la danza creata dal dio onnipotente Shiva Shankar abbia chiamato a sè i Rasa (le emozioni provocate dalla musica) “Veera” (eroismo) e “Radura” (rabbia). Oggi questa forma di Nritya (tipo di danza) è chiamata ‘Tandava’ (e talvolta anche ‘Shiv Tandava’). Spesso durante la danza, le forze distruttive raffigurate dalle emozioni eroiche e di rabbia raggiungono tali livelli che il pubblico è in grado di percepire le forze vendicative e la terra agitarsi sotto i suoi piedi.

Per ricreare la Tandava, abbiamo lavorato con Pundit Bhavani Shankar, maestro in pakhavaj. Il pakhavaj è uno strumento del nord dell’India molto simile al dholak (piccolo tamburo a due superfici, suonato con due piccole bacchette di legno) ma dal suono più profondo e potente. Lo strumento acquisisce una risonanza più profonda grazie a un impasto per l’accordo che resta sempre attaccato alla superficie destra. Si dice che fosse lo strumento del dio Ganesha e che deriva dallo strumento di Shiva, il damru (piccolissimo tamburo, a forma di clessidra; si dice che Shiva lo abbia suonato durante la sua Tandava Nritya). Pundit Bhavani Shankar e il pakhavaj possono essere ascoltati nella “danza di Shiva” che apre lo spettacolo.

Seguiteci in questo viaggio mistico di musica e danza in continua evoluzione, melodie evocative e ritmi scoppiettanti di Bollywood!