Bisogna uccidere il clown
Autore: Jean-Francois Champion
Regia: Carlo Alighiero
Scene: Giuseppe Grasso Costumi: Adelia Apostolico
Luci: Mirco Maria Coletti Musica: Nino Rota, Enzo De Rosa
Produzione: -------------------------------

Interpreti: Carlo Alighiero, Elena Cotta, Riccardo Barbera, Raffaello Benedetti, Eleonora Godano, Fabio Frattasi, Danilo Celli, Francesca Funtò, Cristian Mazzotta, Davide Iacovacci

Anno di produzione: 2010 Genere: commedia
In scena: fino al 20 marzo 2011 al Teatro Manzoni di Roma

Commedia degli equivoci in salsa agrodolce. “Bisogna uccidere il clown” è l’adattamento più o meno fedele di “Faut-il tuer le clown” di Jean-Francois Champion, rappresentata per la prima volta al Théatre Comedia di Parigi nel 2002.

La vicenda umana di Ferdinand Broccoli, decano dei clown stancamente avviato sul viale del tramonto, è segnata da solitudine e depressione. Al suo fianco, dopo la morte della moglie e la fuga dell’amante, è rimasto solo un giocoliere convertitosi in factotum. Per porre fine ai suoi giorni, Ferdinand decide di ingaggiare un sicario che dovrà sorprenderlo mentre indossa gli abiti di sempre, quelli del clown. Ma il killer si rivela fin da subito inesperto e sentimentale e la moltitudine di ricordi infantili che lo lega agli spettacoli di Ferdinand, lo induce a rimandare l’omicidio e a farsi passare per figlio illegittimo della vittima designata. Nel frattempo, nel camper dell’artista fa ingresso la vera figlia (Eleonora Godano) di Ferdinand, assieme al fidanzato poliziotto, in compagnia di un giudice e della moglie di quest’ultimo Gabrielle (Elena Cotta). Tra mille equivoci, la donna è la prima ad intuire quel che si muove nella mente e nel cuore del clown: cercherà di fargli recuperare l’equilibrio perduto.

Nonostante la bravura dell’inossidabile Carlo Alighiero che veste i panni del protagonista, supportato dalla compagna di sempre Elena Cotta, la commedia appare debole e avara di colpi di scena. Il soggetto è una variazione in ambiente circense del film “Ho affittato un killer” (1990) di Aki Kaurismaki, che si propone di rappresentare, senza tuttavia approfondirli (se non nei monologhi di Ferdinand) i paradossi di un’esistenza che si ritiene erroneamente giunta a conclusione. Nel cast figurano anche Riccardo Barbera, Raffaello Benedetti, Fabio Frattasi e Danilo Celli.

A dare sostanza allo spettacolo ci pensano i clown che, tra giochi di luci ed ombre, si muovono sulle musiche composte da Nino Rota per i film di Fellini come “La strada” e “I clown”. Da segnalare le scene di Giuseppe Grasso e i costumi realizzati da Adelia Apostolico. [valerio refat]