Ah Caterina, bisbetica e arrogante, tanto più se paragonata con la bella e dolce sorella Bianca. Una ribelle da addomesticare, purché le si trovi un marito disposto a questa impresa. Il racconto della “Bisbetica domata”, commedia di William Shakespeare, è arcinoto e sulle scene è stato portato mille e più volte. Ciascun regista, poi, come ciascun attore, cerca di dare la sua personale impronta all’opera, alla ricerca in qualche modo dello spirito che animava il Bardo nel comporre l’opera. Caterina Costantini nella sua versione si concede un po’ di libertà nel reinterpretare il prologo della commedia; sostituisce infatti il racconto della beffa del signore ai danni del povero ubriaco, con una immagine tratta dalle scene iniziali del successo cinematografico di John Madden del 1998 “Shakespeare in Love”, in cui il Bardo era interpretato da Joseph Fiennes. In effetti, la recitazione di Alessandro Parise nell’interpretazione di Shakespeare prima e poi soprattutto di Petruccio, vi si ispira parecchio, riuscendo piuttosto bene nel ruolo della simpatica canaglia che riesce a domare la bella ma intollerante moglie.
Non altrettanto soddisfacente è la recitazione di Selene Gandini. Non è la Caterina che ci si immagina: un po’ troppo furiosa, un po’ troppo violenta, troppo ansiosa e veemente. Non era questa l’idea di donna indomita che Shakespeare ci ha tramandato. Certo, poi, ogni attore fa suo il personaggio che interpreta, senza però snaturarlo troppo, se è possibile.
La commedia, con costumi di degnissima fattura, si sviluppa in due atti seguendo piuttosto fedelmente l’originale del testo; una nota di originalità è data da Fatima Ali, l’attrice di colore che interpreta Bianca. [marina viola]