Il bello non è più di moda
ovvero Made in Italy alla ricerca del genio perduto
Autore: Riccardo Castagnari
Regia: Riccardo Castagnari
Scene: Costumi: Alexander
Luci: Valerio Sabino Musica: Andrea Calvani
Produzione: Teatro Due di Roma, Studio 12
Interpreti: Riccardo Castagnari, Igor Petrotto, Andrea Calvani
Anno di produzione: 2010 Genere: musicale
In scena: Fino al 12 dicembre al Teatro Due di Roma

Ad un mondo dello spettacolo dominato dal trash, che trova nel reality show il suo trionfo espressivo e che concorre in maniera sempre più invasiva ad abbassare il gusto di un pubblico ormai assuefatto al brutto e al mediocre, Riccardo Castagnari tenta di fare da contrappunto con un viaggio nella memoria composto da schegge di teatro e di cabaret che corrono disordinati senza però mai perdersi.
Il bello non è più di moda” si pare con un breve monologo dedicato alla magia che autori come Ettore Petrolini e Achille Campanile suscitano nell’anima di coloro che accendendo la televisione non si riconoscono più in quello che vedono, seguito da una personalissima versione di “Sempre”, cavallo di battaglia della compianta Gabriella Ferri.
L’interpretazione di canzoni senza tempo, umoristiche, ricche di non sense, doppi sensi o a senso unico, sono la vera anima dello spettacolo di Castagnari accompagnato al pianoforte dal bravo Andrea Calvani: “Ma l’amore no”, “Lili Marlene”, “Parlami d’amore Mariù”, “Gastone”, “Ti parlerò d’amor” restituiscono allo spettatore l’immagine sonora di un mondo che l’immaginario collettivo dei giorni nostri sembra aver rimosso assieme alle sue principali icone, da Wanda Osiris al Paolo Poli di “Mezza coda” al Leopoldo Mastelloni de “Les Fantomes de Pierrot”.
Ma il tributo più appassionato di Castagnari è dedicato a Milly (1905-1980), i cui abiti di scena concorrono a regalare forza evocativa alla scenografia. Accanto a Riccardo Castagnari è da segnalare la presenza del giovane attore siciliano Igor Petrotto. Tra i punti di forza dello spettacolo vanno annoverati i costumi, decisamente fedeli al periodo storico che viene raccontato, e le luci di Valerio Sabini.
[valerio refat]