Un americano a Parigi: George Gershwin



Anno

2011

Genere
danza

In scena
fino al 16 ottobre
teatro Quirino | roma

Autore
Riccardo Reim
Coreografie
Luigi Martelletta
Scene
Giuseppina Maurizi
Costumi
Giuseppina Maurizi
Luci
Stefano Pirandello
Musica
George Gerswin
Interpreti
Raffaele Paganini,
Simona De Nittis, Francesca Pagani,
Chiara Giuli,
Marta Marigliani,
David Samà,
Stefano Muia,
Alessio Ciaccio
Compagnia
Compagnia Nazionale Raffaele Paganini, Almatanz

 

Raffaele Paganini e la sua compagnia aprono la stagione 2011/2012 del Teatro Quirino con “George Gershwin: Diario di viaggio di un americano a Parigi”.

Nonostante la musica, non è facile lasciarsi conquistare dall'omaggio al grande musicista americano. La storia è raccontata attraverso una drammaturgia del balletto curata da Riccardo Reim con la coreografia di Luigi Martelletta. L’intero corpo di ballo esegue la propria parte senza trasporto. Un susseguirsi di scene danzanti che lasciano poco spazio all’emozione, che pure una musica così nota e trascinante dovrebbe geneticamente portare. Anche il protagonista sembra aver perso un po’ di quel “fuoco sacro” che animava le passate esibizioni, rendendo il tutto estremamente freddo.

Il viaggio che porta Gershwin da New York a Parigi, con tutto quello che significherà per il giovane musicista, come l’incontro con la cultura europea, è reso attraverso coreografie poco comunicative.

La gioia di vivere e l’emozione suscitate dalla scoperta di una città vivace come Parigi, trovano poco spazio nei balletti, che si susseguono quasi senza distinzione.

Lo stesso passo a due di Paganini, giovane Gershwin, con la fidanzata (Simona De Nittis) nel momento della separazione non regala un brivido, un’emozione.

Ciò che resta è forse la consapevolezza che un certo tipo di “spettacolo” non è in grado di colpire al cuore e che il balletto, come viene espresso da Paganini e dalla sua compagnia, sembra essere rimasto indietro, ancorato a un vecchio modo di intendere la danza che, lungi dal generare nostalgia, allontana da questa splendida ed emozionante forma d’arte.
[patrizia vitrugno]