dal 29 febbraio all’11 marzo 2012 – Milano, Teatro Carcano
L’ARTE DEL DUBBIO
dal libro di Gianrico Carofiglio,
versione teatrale di Stefano Massini

con OTTAVIA PICCOLO e VITTORIO VIVIANI
Regia di SERGIO FANTONI
Dopo i successi di Processo a Dio e La Commedia di Candido, ritornano in scena, diretti da Sergio Fantoni, Ottavia Piccolo e Vittorio Viviani, con una nuova sfida, L’arte del dubbio dal libro di Gianrico Carofiglio, nella versione teatrale di Stefano Massini.

Un “cabaret del dubbio” dove niente è dato per scontato, una moderna commedia dell’arte articolata in quadri in cui i giochi di parole, lo strumento dell’interrogatorio e la forma del processo fanno sì che Ottavia e Vittorio si divertano a indossare i panni dei tipi più disparati; e lo fanno su un teatrino da fiera di paese, con siparietto, quinte e luci che ricorda il teatro-cabaret brechtiano.

Già dall’inizio, Adamo ed Eva, nudi nelle loro sagome, sono stuzzicati dal serpente che, con la voce di Giole Dix, insinua loro il dubbio, un Dubbio con D maiuscola. In effetti il serpente si sostituisce al creatore con il suo bizzarro decalogo “Io sono il dubbio, non esiste altra verità all’infuori di me”, e diventa il motore che alimenta e suggerisce i diversi episodi che appaiono in scena. Le musiche per 10 strumenti, composte da Cesare Picco, ed eseguite dal vivo dal musicista Nicola Arata, scandiscono i ritmi vivaci dello spettacolo che diventano tesi nei pezzi più impegnati: l’assassinio di Don Peppino Diana a opera della camorra e la morte dei sette operai della Thyssen.

“Gianrico Carofiglio – afferma Fantoni - ha il merito di aver portato, con il suo straordinario libro L’Arte del dubbio, il tema del Dubbio fuori del perimetro strettamente giuridico per lasciare che dilagasse nella realtà quotidiana.”

Si parla in effetti dei nostri giorni, di quello che sta al di fuori dei teatri, intorno a noi, di insidie e di trappole nascoste fra le parole e nelle parole. Si parla della persuasione occulta della pubblicità, delle ambiguità, a dir poco, dei giornali.
E in questo strano risiko teatrale che racconta la guerra fra Vero e Falso, tutto scaturisce nientemeno che da verbali autentici di processi italiani. Presi direttamente dai nostri Tribunali, compariranno in scena truffatori e pentiti, poliziotti e camorristi: un’umanità pronta a testimoniare la verità o la menzogna, in quel gigantesco teatrino che si chiama realtà.
Una sfida/scommessa con l’obiettivo, tutt’altro che facile, di divertire, oliando gli ingranaggi del nostro senso critico.