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Facciamo... CABARET !
[valentina venturi]

L'ultimo appuntamento della stagione teatrale del Sistina - dal 18 maggio al 17 giugno - è con il musical Cabaret, interpretato da Michelle Hunziker, prodotto dalla Compagnia della Rancia e diretto da Saverio Marconi.
La conduttrice, show girl e attrice, reduce dal successo televisivo di Sanremo, sale per la seconda volta sul palcoscenico romano, tempio del musical. “Sono molto emozionata e molto contenta di essere al Sistina. È un teatro che ti abbraccia e ti fa sentire bene. Dopo l’esperienza solare di Tutti insieme appassionatamente, questa volta però interpreto un ruolo più drammatico. Il mio personaggio, Sally Bowles, ha tanta voglia di vivere, ma non è in grado di fare delle scelte e preferisce lasciarsi sconfiggere dalle difficoltà.

Quando è nata l’idea di questo musical?
Ero con Saverio due anni fa e abbiamo cominciato a pensare quale sarebbe stato il ruolo adatto a me per un altro musical. È stato lui a proporre Cabaret e non ho potuto fare altro che accettare. È una sfida. Amo poter rivivere il momento della leggerezza tipica del teatro. Mi ha fatto tornare indietro nel tempo a quando 23enne facevo “Zelig” e respiravo quell’aria piena di coesione, sudore, affiatamento, fatica e voglia di creare qualcosa di bello. La paura non manca, comunque!

Descriva il suo personaggio.
Sally è una ragazza di soli diciannove anni che si finge più grande della sua età. Per poter avvicinare i clienti, non ha altra carta che quella del sesso, mischiata ad una notevole dose di sfrontatezza. E proprio per il suo enorme qualunquismo, alla fine si ritrova ad essere una sconfitta.

Rispetto allo spettacolo di Milano, ci sono delle modifiche?
La scena è leggermente diversa: non potevamo togliere le prime file, per inserire i tavolini del bar Kit Kat Klub. E soprattutto posso annunciare che la canzone iniziale dello spettacolo è stata tradotta in italiano. In fondo tutti i musical che vengono portati in giro nel mondo sono tradotti nella lingua del Paese che li ospita, quindi era giusto farlo anche qui. E poi si dà maggior rilievo al tema della comunicazione: Sally diventa più comprensibile.

Si è sentita in difficoltà interpretando il ruolo che fu di Liza Minnelli?
È stata una prova importante, tosta, ma ho capito che il personaggio mi corrispondeva. Interpreto le emozioni di una donna diversa da me e nel contempo intrattengo il pubblico cantando. Certo, quando torno a casa è dura togliersi di dosso il dolore che vivo in scena. Alla fine Sally decide di abortire. È la paura di affrontare la vita che la spinge a questa scelta, a rinunciare alla vita. Io, al contrario, alla sua età sono diventata madre: c’è uno scarto psicologico molto forte.

Ha avuto qualche tentennamento nell’accettare?
Avevo timore che una parte del pubblico che mi segue, quello composto da bambini e da donne non accettasse o condividesse il mio cambiamento in scena. Per fortuna Sally non dà fastidio a nessuno, le si perdona la sua superficialità.

Tra teatro, cinema e televisione cosa preferisce?
La tv è il mio pane quotidiano, ma comincio
a capire chi dice di avere il mal di teatro. Si diventa dipendenti dall’applauso del pubblico, dalla consapevolezza di venire scelta ogni sera. Sul cinema è il caso di aspettare che arrivi la proposta giusta. Ero molto giovane quando ho recitato con Alberto Tomba in “Alex l’ariete”. Vorrei tornare con un film valido, solo quando avrò una proposta giusta.

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