Workers – Pronti a tutto
id.

Anno 2012

Nazione Italia

Genere commedia

Durata 105'

Uscita 11/05/2012

distribuzione
Istituto Luce - Cinecittà

Regia
Lorenzo Vignolo
Sceneggiatura
Stefano Sardo,
Galilano Juso
Fotografia
Paolo Bellan
Montaggio
Ian Degrassi
Scenografia
Monica Sgambellone
Costumi
Fiorenza Cipollone
Musica
Mambassa
Produzione
Margherita Film, Minerva Film,
Rai Cinema
Interpreti
Alessandro Tiberi, Francesco Pannofino, Dario Bandiera,
Nicole Grimaudo

 

Workers è l'ottimistico nome di una sgangherata agenzia interinale alle prese ogni giorno con casi più o meno disperati di persone alla ricerca di occupazione e capace di offrire soluzioni sempre molto originali.
Nel primo dei tre episodi che compongono il film, un bravo ragazzo (Alessandro Tiberi) è costretto ad improvvisarsi badante di un paraplegico vizioso e insopportabile (Francesco Pannofino), accompagnandolo tra pusher, prostitute e partite di poker. Nel secondo un addetto alla raccolta di seme di tori (Dario Bandiera) si finge chirurgo per sedurre la ragazza di cui si è invaghito, ma le bugie hanno le gambe corte, soprattutto quando il terzo incomodo è un toro innamorato. In quello finale, una truccatrice (Nicole Grimaudo) viene “ricollocata” ad abbellire defunti in un'impresa di pompe funebri e, grazie ad una clamorosa somiglianza, troverà modo di fare le veci della giovane moglie del figlio di un boss mafioso passata a miglior vita.

Il soggetto di una commedia italiana ambientata nel mondo del precariato e della disoccupazione farebbe venire i sudori freddi anche al critico militante più motivato. Questo film ha il merito di sfuggire con leggerezza le trappole più ovvie, senza calcare la mano sull'ambientazione torinese con la solita grigia verve realista e scegliendo di non far ridere con i meccanismi oliati e abusati da tante altre opere coeve. Nel ritratto che esce fuori da queste tre storie c'è tanto cinismo, voglia di prendere di petto temi ostici (l'handicap, la necrofilia) e non la solita ricerca di un divertimento facile e sguaiato. Insomma, pur con le sue pecche, perchè il ricorso all'assurdo e all'iperbole non trova sempre la giusta cifra, una regia vivace e un gruppo di interpreti all'altezza garantiscono nel complesso un buon risultato.

A cercare un lontano punto di riferimento, verrebbe da pensare ai “Mostri” di Risi, che con i personaggi sgradevoli di Tognazzi e Gassman mettevano alla berlina il perbenismo dell'Italia del boom. A distanza di tanti anni, ora che siamo a furor di media nell'Italia della crisi, forse questa prospettiva sfacciatamente non consolatoria potrebbe essere un incoraggiante punto di partenza, per ricordarci come nel lavoro e non solo, ogni flessibilità e capacità di adattamento, per quanto estesa, debba avere sempre chiari i propri limiti, almeno per non rischiare di passare anche sopra la propria dignità.
[emiliano duroni]