Whisky
id.
Regia
Juan Pablo Rebella, Pablo Stoll
Sceneggiatura
Juan Pablo Rebella, Pablo Stoll, Gonzaldo Delgado Galiana
Fotografia
Barbara Alvarez
Montaggio
Fernando Epstein
Musica
Pequena Orquesta Reincidentes
Interpreti
Andréas Pazos, Mirella Pascual, Horge Bolani, Ana Katz, Daniel Hendler
Anno
2005
Durata
99'
Nazione
Uruguay
Genere
commedia
Distribuzione
Kitchen Film

“Voglio una vita… spericolata, voglio una vita come quella dei film…” così cantava Vasco Rossi in quello che è allo stesso tempo il suo manifesto di vita e maggior successo discografico.
Probabilmente il rocker emiliano non aveva in mente la vita di Jacobo, piccolo imprenditore uruguagio di calzini, che divide le sue tristi giornate con la fedele e silente assistente Marta. Una vita fatta di piccoli gesti reiterati giorno dopo giorno, in una meccanicità che dalle macchina della fabbrica si riversa in quelle dei personaggi. Lo status quo viene intaccato un giorno dalla visita del fratello Herman, che vive da anni in Argentina e sembra realizzato sia dal punto di vista affettivo che professionale. Jacobo per celare al fratello la sua poco realizzata esistenza, chiede a Marta di fingere di essere sua moglie. Marta accetta ed i tre estranei si ritrovano a dover affrontare l’imbarazzante situazione. La forzata convivenza e l’interazione di caratteri così riservati produce lacerazioni a volte esilaranti a volte drammatiche sulle reali vite dei protagonisti, rivelando assonanze e similitudini inaspettate.
Whisky è l’opera seconda di due giovani cineasti, Juan Pablo Rebella e Pablo Stoll, che avevano riscosso un buon successo di critica e premi internazionali con il loro debutto, inedito in Italia, 25 Watts. Un film costruito su una precisa scansione temporale e ritmica della narrazione che imprigiona i personaggi all’interno di solitudini che riempiono lo spazio diegetico. Illuminato da una fotografia che partecipa emotivamente all’evoluzione psicologica dei personaggi rappresentati, il film innesta forme di umorismo surreale su una forma drammaturgia tanto esile ma nello stesso tempo portante che sebbene dia l’impressione che nulla accadda, alla fine tutto muta, impercettibilmente, inesorabilmente. [fabio melandri]