Il
mostro, presunto, di Loch Ness è materia che ha trovato
molto spazio nel cinema, dando luogo a diverse "ipotesi"
a giustificazione della famosa immagine di Nessie scolpita
nell'immaginario collettivo di tutti noi. Ecco quindi una
nuova teoria basata più che su ricerche scientifiche
su un'esigenza espressa dal regista Jay Russell: "Noi
vogliamo disperatamente credere che ci sia della magia nel
mondo ed è per questo che la leggenda di Loch Ness
ha catturato la nostra immaginazione per generazioni."
The Water Horse racconta la storia
di un ragazzo scozzese di nome Angus MacMorrow, che desidera
con tutto il cuore che il padre torni dalla guerra. La vicenda
inizia quando Angus porta a casa un oggetto misterioso che
ha trovato sulla spiaggia. In breve tempo, scopre che si tratta
di un uovo incantato e si ritrova ad allevare una creatura
magica: il mitico “Drago Marino” della tradizione
scozzese. Mentre cerca di nascondere il suo amico, che si
chiama Crusoe, stringe con lui un legame e una forte amicizia
e così incomincia un viaggio di scoperta, proteggendo
un segreto che dà vita ad una leggenda.
“Io sono in cerca di storie - continua il regista -
che rivelino qualcosa dello spirito umano. Sono affascinato
dal posto che occupiamo sulla Terra, da tutte le creature
che lo condividono con noi e da come questo influenzi la vita
degli altri. Visto che questo racconto affronta i temi universali
della magia e dell’amicizia, parla alle persone di qualsiasi
età. E’ veramente un film per tutti: da un certo
punto di vista è per i ragazzi, da un altro per i loro
genitori e anche per i nonni”.
Jay Russell ha un passato di documentarista per Discovery
Channel ed è l'aspetto più rilevante che emerge
dalla pellicola, fotografando paesaggi ed elementi naturali
come acqua, terra ed aria donando loro "anima e cuore".
Il problema del film è tutto il resto. Una sceneggiatura
stanca e prevedibile costruita ed asservita ai tecnici degli
effetti speciali, che da parte loro non brillanto di certo
per originalità, creatività ed efficacia sopratutto
nelle sequenze acquatiche. Pensato per un pubblico adolescenziale
The Water Horse pecca di presunzione
e di approssimazione realizzativa che conduce alla noia un
film di cui nessuno sentiva il bisogno. Trascurabile.
[fabio melandri]