La vita segreta delle parole
La vida segreta de las palabras
Regia
Isabel Coixet
Sceneggiatura
Isabel Coixet
Fotografia
Jean-Claude Larrieu
Montaggio
Irene Blecua
Suono
Fabiola Ordoya
Interpreti
Sarah Polley, Tim Robbins, Julie Christie, Javier Càmara,
Sverre Anker Ousdal, Steven Mackintosh
Anno
2005
Durata
112'
Nazione
Spagna
Genere
drammatico
Distribuzione
BiM Distribuzione
Hanna, una ragazza misteriosa e solitaria. Josef, un uomo ustionato e momentaneamente cieco. Una piattaforma petrolifera. L’incontro. Lei è infermiera, lui si è ferito sul lavoro. Tra i due comincia a crearsi uno strano rapporto, intimo e confidenziale. L’una rivela all’altro cose che non avrebbe rivelato a nessuno. Hanna è in fuga dal passato. Josef idem. Ma il passato da cui scappano non ha la stessa valenza. Il divario di sofferenza è impari. Josef si sente in colpa per aver amato una donna sposata. Hanna nasconde ben più terribili segreti…
Un film sul passato, sull’(im)possibilità di superarlo, di farlo sopravvivere nel presente, di non dimenticarlo. Il mondo segreto delle parole è un microcosmo a sé stante che vive dentro di noi come pesci in fondo al mare. Le parole sono imprigionate e affiorano solo in certi momenti della nostra vita e non ci lasciano scampo. Sono le parole che continuano a turbare le nostre notti, senza permetterci di vivere i nostri giorni. Non basta anestetizzarci con lavori che ci impegnano tutto il santo giorno, tanto arriva un momento in cui le parole da cui scappiamo affiorano di nuovo, e di nuovo, e di nuovo. Come si può permettere che le parole escano una volta per tutte dalla nostra vita/corpo/mente? Le parole brulicano nella nostra mente come cavallette impazzite e si accalcano sulle corde vocali per poter uscire fuori ed essere ascoltate ma la vergogna di essere sopravvissuti ad una tragedia ne ottura il passaggio. Non sempre riescono a fuoriuscire ma finiscono per disperdersi in un limbo tra testa e gola. Il dolore, la consapevolezza della sofferenza, la condivisione della tragedia, l’affinità emotiva. Forse sono questi i mezzi che permettono alle parole di uscire dal forzato silenzio che le costringe ad errare senza meta dentro di noi e una volta aperto il canale non si fermeranno più.
[marco catola]