Viaggio
in Paradiso è un film pop-corn, come
lo definisce lo stesso Gibson: realizzato per uscire direttamente
in VOD in USA, ma con uscita anche theatrical in altri 30
paesi ed è la prima volta che una grande star debutta
in homevideo senza passare prima dal grande schermo.
Le ragioni di tale scelta sono da riscontrarsi in parte perché
questo action movie è pensato proprio per poter essere
goduto comodamente seduti sul divano di casa propria, futuro
dello sfruttamento cinematografico secondo Gibson, ed in parte
perché dopo gli ultimi scarsi risultati di Mr.
Beaver, l'attore tenta di aderire nuovamente
ai personaggi avventurosi alla Mad
Max e Arma Letale
(tanto cari al grande pubblico), in modo da riscattarsi sia
come star che come uomo, viste le spiacevoli faccende private
in cui è spesso coinvolto. Provando così a fare
nuovamente breccia e pienone di consensi per garantirsi nuova
credibilità e danaro, Gibson potrà dedicarsi
alla sua prossima regia in cui dirigerà Di Caprio in
un progetto sui vichinghi ancora senza titolo.
Durante una fuga rocambolesca,
Driver viene braccato dalla polizia al confine messicano e
si ritrova preda di poliziotti corrotti che, dopo essersi
appropriati del suo cospicuo bottino rubato, lo rinchiudono
in un carcere che non ha celle con sbarre alle finestre, ma
è un paesino chiamato El Pueblito. Ricettacolo di innumerevoli
malviventi e di corruzione di ogni tipo, per sopravvivere,
i carcerati sono 'liberi' di muoversi facendo sporchi affari
di riciclaggio di danaro sporco, droghe, armi e prostituzione.
Driver diventerà amico di un bambino di 10 anni, sveglio
e con il vizio del fumo, grazie al quale scoprirà come
raggirare i cattivi, riappropriarsi dei suoi soldi e fuggire
insieme al suo giovane alleato e a sua madre.
Il film si basa su un
esperimento di vita reale in cui all'interno di El Pueblito
ai prigionieri è permesso di avere droghe, armi e addirittura
i propri familiari, pagando profumatamente per la loro permanenza.
Gibson coproduce, cosceneggia e 'partecipa' alla regia facendosi
dirigere da Adrian Grunberg, suo aiuto regista in Apocalypto
e Fuori controllo.
Mel torna a vestire i panni del simpatico ladro in cui, nonostante
le imprese tutt'altro che edificanti, lo spettatore si identifica
e lo segue con avvincente interesse. In ottima forma, l'attore
è talmente istrionico, abile e brillante da regalarci
perfino una divertente imitazione del mitico Clint Eastwood.
[daniela
ciambelli]