Ispirato
al celebre romanzo di Jules Verne, Viaggio
al centro della terra racconta l’incredibile
avventura di tre esploratori alla scoperta di un insolito
regno sotto la superficie terrestre, in cui incontreranno
dei luoghi meravigliosi, ma si ritroveranno ad affrontare
dei gravi pericoli. Grazie ad un’ambientazione spettacolare
e all’ all’innovativo e rivoluzionario uso del
3D per la prima volta usato in un film live action, Viaggio
al centro della terra si rivela un’avventura epica che
trascina il pubblico a viaggiare con i nostri eroi, in una
corsa sfrenata e avvincente. Ed un’indimenticabile esperienza
cinematografica.
Durante una spedizione scientifica in Islanda, il visionario
scienziato Trevor Anderson (Brendan Fraser), suo nipote Sean
(Josh Hutcherson) e la loro affascinante guida locale Hannah
(Anita Briem) si ritrovano inaspettatamente intrappolati in
una caverna, in cui l’ unica via di fuga è la
discesa sempre più in profondità negli abissi
della terra. Viaggiando attraverso dei mondi mai visti, il
terzetto si ritrova a fronteggiare delle creature inimmaginabili
e irreali, tra cui delle piante che divorano gli esseri umani,
dei piranha volanti giganti, dei volatili splendenti e dei
terribili dinosauri provenienti dal passato. E, visto che
l’attività vulcanica intorno a loro aumenta senza
sosta, i tre esploratori capiscono rapidamente che devono
trovare il modo di tornare sulla superficie terrestre prima
che sia troppo tardi.
LA
NARRAZIONE IN 3D DIGITALE
Quello
che pone Viaggio al centro della terra
su un nuovo livello rispetto ai tradizionali lungometraggi
narrativi, è il processo con cui è stato realizzato.
Durante le fasi iniziali di sviluppo, la decisione di girare
la pellicola interamente in 3D in alta definizione era basata
sul desiderio dei realizzatori di fornire al pubblico un’esperienza
visiva affascinante, portando il classico letterario ad un
altro livello, ma rimanendo anche fedeli al cuore e all’anima
del materiale originale.
“Gli ambienti descritti nel romanzo di Jules Verne sono
già sufficienti per creare un’esperienza coinvolgente”,
sostiene Huggins. “Girare il film in 3D era perfetto
per dar vita a questo senso di meraviglia e di avventura”.
“Avendo una grande esperienza con i film in 3D per i
parchi tematici ed una storia anche più lunga nel mondo
degli effetti visivi, mi sentivo molto a mio agio a girare
questo lungometraggio completamente in 3D”, rivela Brevig.
“Allo stesso tempo, ho fatto molta attenzione a non
esagerare con gli effetti 3D, perché se risultano eccessivi
ti fanno uscire dalla storia”.
Viaggio al centro della terra è
stato il primo film narrativo a sfruttare il Fusion System,
un’attrezzatura di ripresa all’avanguardia, sviluppata
dal premiato realizzatore James Cameron e dal direttore della
fotografia Vince Pace. A differenza di molti altri sistemi
speciali di ripresa, il Fusion è leggero e maneggevole,
oltre a comprendere due cineprese 3D ad alta risoluzione montate
una vicino all’altra per simulare l’occhio destro
e sinistro dello spettatore. E’ compatto, trasportabile
e si maneggia bene, tutte caratteristiche che offrono una
libertà, un controllo e una flessibilità senza
precedenti per i realizzatori.
“In passato le cineprese 3D erano così scomode
e pesanti da limitare la libertà dei movimenti della
cinepresa e questo diminuiva le opzioni del regista nell’organizzare
una scena dinamica”, rivela Brevig. “L’attrezzatura
di ripresa Fusion è talmente ben congegnata e piccola
che noi possiamo spostarla come se fosse una cinepresa 2D.
Questa evoluzione è enorme. Siamo riusciti a girare
tenendola in mano e anche sott’acqua, così come
a montarla su una steadicam e utilizzarla per le riprese aeree”.
Il direttore della fotografia Chuck Schuman aggiunge che “l’idea
dietro alla Fusion è quella di imitare il sistema visivo
umano. Questo fornisce al pubblico un nuovo rapporto con il
cinema, perché quello che vedi sullo schermo è
proprio quello che vedresti se fossi all’interno della
storia”.
Un’ulteriore evoluzione è legata poi all’utilizzo
di una cosa chiamata ‘convergenza attiva’, per
cui i realizzatori sono stati in grado di cambiare il punto
focale in 3D. “Così come un realizzatore tradizionale
cambia obiettivo, noi trasferiamo il punto di convergenza
dove c’è l’azione”, spiega Brevig,
“in modo che la visione per le persone che guardano
e vivono il film 3D sia facilitata”.
“Cambiando gli angoli delle lenti, possiamo aggiustare
la profondità di campo durante una scena per seguire
l’azione”, spiega Schuman. “Per delle sequenze
in cui la cinepresa deve essere piazzata più vicino
agli attori di quanto permetterebbe il sistema Fusion, abbiamo
usato la Beam Splitter compatta di Pace, un’attrezzatura
che permette di ridurre gli spazi tra le lenti. Per il pubblico,
significa meno strabuzzamenti degli occhi e una visione più
confortevole”.
Christopher Townsend aggiunge che girare Viaggio
al centro della terra in alta definizione digitale
ha fornito ai realizzatori maggiori possibilità di
creare delle immagini di grande impatto, riuscendo a replicare
la visione umana in maniera migliore di quanto sia mai stato
fatto da qualsiasi altro film in 3D. “C’è
una maggiore profondità di campo in un’immagine
ad alta definizione di quanto avviene in una su pellicola
tradizionale, così ci sono molti più elementi
a fuoco per quanto riguarda la distanza tra la cinepresa e
il soggetto inquadrato. Su pellicola, se un attore appoggiato
ad una parete rocciosa sposta la mano verso la cinepresa,
possiamo avere a fuoco le sue dita o i suoi occhi, ma non
entrambe le cose. Con il 3D ad alta definizione, considerando
la maggiore profondità di campo, invece entrambi gli
elementi sono a fuoco, cosa che ci permette di dar vita ad
un effetto iperrealistico”.
“Quando hai un’avventura di queste dimensioni,
catturare le immagini con delle innovative tecnologie digitali
fornisce al pubblico un’esperienza più viscerale”,
sostiene Huggins.
“Il nostro obiettivo principale con questo film era
intrattenere il pubblico”, ricorda Flynn. “Questo
approccio cinematografico innovativo ci permette di rivisitare
il materiale di Verne, che ha superato la prova del tempo,
in maniera completamente originale”.
“Senza dubbio, le nuove tecnologie aggiungono un valore
notevole alla realizzazione di un film e all’esperienza
di andare al cinema”, sostiene Brevig. “Alla conclusione
della giornata, la maggiore ricompensa per me era avere la
possibilità di lavorare con una squadra fantastica
di professionisti impegnati a fare qualcosa che non era mai
stato realizzato prima d’ora”.
“Il nostro obiettivo era di consentire al pubblico di
tuffarsi completamente in questa avventura, tanto da dimenticare
che stai guardando un film e credere di stare veramente al
centro della Terra con Trevor, Hannah e Sean”. Il regista
termina dicendo “sia che vediate Viaggio al centro della
terra in 3D o nei cinema tradizionali, sarà un’avventura
incredibilmente divertente e un viaggio all’ultimo respiro”.