Sentendosi
prossimo alla morte, Mustapha, un anziano marocchino emigrato
in Francia, si accinge a realizzare il sogno di un’intera
esistenza: recarsi in pellegrinaggio alla Mecca, viaggio che
ogni buon musulmano deve compiere almeno una volta nella vita.
Non potendo contare su nessun altro, chiede al figlio Réda
di accompagnarlo. Réda, assai distante dalle tradizioni
e in rapporti tesi con il genitore, non nascondendo una certa
retrosia, decide alfine di accontentare il padre. Nel viaggio
in automobile attraverso l'Europa, da Marsiglia a Istanbul,
da Damasco alla Mecca, Réda imparerà a conoscere
e a condividere la prospettiva paterna. Il viaggio servirà
a far capire ad entrambi che la distanza tra loro non solo
non è incolmabile ma anche estremamente ridotta.
Opera prima che descrive il mondo dei padri e dei figli in
una mentalità, quella mussulmana, distante ma nello
stesso tempo così simile a quella con cui giornalmente
ci confrontiamo. Troppo caricati i caratteri del padre e del
figlio: a volte sembra che siano l'esempio perfetto di come
ci si aspetti che sia il gap generazionale.
Belle le carrellate sui diversi paesi che girano e sulle situazioni-limite
che i due si trovano ad affrontare; da segnalare per intensità
il dialogo nella bufera. Presentato alla Mostra Internazionale
d'Arte Cinematografica di Venezia nel 2004.
[jacopo angiolini]