Uno su
mille ce la fa, cantava Giani Morandi tempo fa. Le statistiche
riguardo alla diagnosi di cancro, invece sono uno su due.
Tutto quello che possiede Lorenzo l'ha ottenuto con determinazione,
senza voltarsi indietro: una casa, amici che lo invidiano,
una donna che lo ama, una posizione... quando alla vigilia
del "business" che lo farà diventare ricco
si affaccia nella sua vita la malattia, ogni suo passo diventa
incerto e doloroso.
Eppure sarà proprio questa sospensione a dargli la
forza per intraprendere un viaggio lontano dal Lorenzo che
era prima per andare in cerca di qualcosa di molto piu' autentico.
Una commedia umana sul tema dell'attesa, la rimozione della
paura e la riscoperta del valore dell'altro.
Eugenio Cappuccio (Volevo solo
dormirle addosso, il film con il tormentone più
surreale che si ricordi: Io ti stimo molto...) costruisce
una commedia sul dolore, sulla sofferenza e sui modi di affrontarla
con coraggio, rassegnazione, rabbia o disperazione. Lo fa
attarverso una messa in scena elegante, con una rappresentazione
di una Genova inusuale che trasuda i colori e gli odori di
una città di mare, attraverso un cast eccezionale con
un Fabio Volo dai toni misurati ed un fantastico Ninetto Davoli,
premio alla festa del Cinema di Roma, capace di rendere sullo
schermo un personaggio di grande umanità e commozione
come nel cinema italiano non se ne vedevano da tempo.
Grande merito dell'operazione va soprattutto ad una sceneggiatura
che sebbene abbia alcuni passaggi a vuoto nella seconda parte
è capace di creare personaggi verosimili attraverso
una varietà di sfaccettature psicologiche ed emotive
di fronte alle quali è difficile a volte trattenere
le emozioni.
Un ottimo segnale per il cinema italiano e la scoperta, ma
forse sarebbe meglio dire conferma della nascita di un nuovo
attore - Fabio Volo - oramai al cinema lontano dall'icona
televisiva che si era giustamente e con bravura costruito
nel passato. Lo aiuta un professionista come pochi, Giuseppe
Battiston. Un po' sacrificata nella narrazione prevalentemente
al maschile della sceneggiatura, Anita Caprioli. [fabio
melandri]