United
93,
ossia il volo 93 della United Airlines, è l’aereo
dimenticato dell’11 settembre 2001, quello che non fece
notizia, che non rimbalzò sui media, nonostante non
ci fu un superstite, proprio perché non colpì
il bersaglio.
Con 44 persone a bordo (37 passeggeri, fra cui i 4 terroristi,
e 7 membri dell'equipaggio) è stato l’unico che
non raggiunse l’obiettivo, ma che precipitò in
una zona disabitata vicino a Somerset, in Pennsylvania.
Molto probabilmente lo scopo dei terroristi era raggiungere
Washington D.C., per poi colpire la Casa Bianca o il Congresso.
Paul Greengrass ha voluto ricordare quel volo, la silenziosa
morte di tutti i passeggeri, come tributo al coraggio delle
vittime, per onore della verità storica, come simbolo
della follia dei nostri tempi.
Tramite le testimonianze oculari, le registrazioni delle chiamate
dei passeggeri e della scatola nera, il regista ricostruisce
i fatti di come parte dell'equipaggio e dei civili presenti
sull’aereo, avvertiti di quanto stava accadendo dalle
telefonate dei loro parenti ed amici, abbia cercato di bloccare
gli attentatori. E uniti, in una estrema prova di coraggio
e sacrificio, riuscirono ad impedire che arrivassero a raggiungere
l’obiettivo. Nella colluttazione con i terroristi, non
fecero in tempo ad impadronirsi dei comandi e l’aereo
si schiantò al suolo.
Minuto per minuto, attraverso gli occhi dei passeggeri, dell’equipaggio
e dei terroristi, si dipana quella giornata, la semplice quotidianità
dei gesti dei passeggeri, i rituali degli attentatori, lo
sbigottimento e l’impreparazione degli addetti ai lavori
ad affrontare o soltanto ad immaginare un evento simile.
Una narrazione asettica quasi impersonale… con l’elencazione
cronologica dei fatti… senza interpretazioni, senza
pregiudizi e senza demonizzazioni. È un film che fa
male: è duro senza pietà, come lo è la
realtà, come lo è la verità.
Ma proprio questa analisi così distaccata rende il
tutto molto più drammatico… più assurdo...
più difficile da accettare e capire.
Un film documentario, realizzato con la collaborazione di
molti parenti delle vittime, che nella semplicità del
racconto riesce, senza mai calcare la mano sul facile sentimentalismo,
a scatenare forti emozioni e a calare lo spettatore in uno
stato di coinvolgimento e di forte tensione per tutto il tempo,
pur sapendo bene, purtroppo, quale sarà la fine.
Il film mette a nudo l’umanità di tutti i protagonisti,
senza distinzioni tra attentatori e vittime, così che
un sentimenti di comune pietà accomuna terroristi e
passeggeri, quando persi e disperati, pregano ognuno il proprio
Dio.
Un film difficile da guardare che però porta a riflessioni
importanti puntando la macchina da presa sul giorno che ha
cambiato il mondo per sempre.
Come spiega il regista “ci sono molti modi per dare
un senso agli eventi dell’11 settembre… anche
i cineasti hanno un ruolo, e io credo che, se si guarda in
maniera chiara e con coraggio ad un singolo evento, si possa
trovare nelle sue forme qualcosa che va oltre l’evento
stesso, il DNA dei nostri tempi”. [vanessa
menicucci]
| trailer
|