Per il
terzo capitolo della saga di Underworld,
si torna indietro nel tempo, mostrando l’origine del
conflitto tra gli aristocratici Vampiri, conosciuti come Portatori
di Morte, e i barbarici Lycan, una stirpe di feroci licantropi,
rivelando alcuni segreti che hanno fatto la fortuna della
saga.
Più di mille anni prima degli eventi descritti nell’Underworld
originale, nacquero due razze di esseri sovrannaturali da
un figlio di origine immortale, Alexander Corvinus. I vampiri,
sorti dalla stirpe di Markus, sono diventati degli eleganti,
aristocratici e affascinanti succhiatori di sangue. I licantropi,
della stirpe di William, sono delle bestie selvagge, senza
nessuna traccia di umanità e un appetito insaziabile
per la violenza. I Vampiri hanno preso il controllo della
regione, le terre selvagge in quella che ora è l’Ungheria
occidentale, grazie alla loro superiorità in intelligenza,
potenza e abilità politiche. Ma anche loro temono i
licantropi che, nonostante non siano in grado di organizzarsi
e di mostrare grandi doti di raziocinio, possiedono un’immensa
forza selvaggia.
Forza contro raziocinio, bestia contro uomo. Questo il conflitto
che sembra svilupparesi sotto i nostri occhi, quando un’anomalia
genetica sposta nuovamente l’ago della bilancia: una
licantropa femmina, prigioniera dei vampiri, dà alla
luce bambino apparentemente umano. Si trattava di Lucian (Michael
Sheen), il primo Lycan, nato schiavo nella dimora di Viktor
(Bill Nighy), il potentissimo leader dei vampiri. A differenza
della stirpe di William, quella dei licantropi originali,
questo Lycan era in grado di assumere forma umana o bestiale
a proprio piacimento. Il sangue di Lucian è stato utilizzato
per creare una nuova gamma di schiavi, sfruttati dai vampiri
come operai e guardie nel corso del giorno e che non si trasformavano
grazie ai collari lunari appuntiti che avevano attorno al
collo.
Viktor regna sui suoi schiavi, la corte e il suo dominio con
un pugno di ferro. Ama solo due cose: il potere e la bellissima
ma indipendente figlia Sonja (Rhona Mitra) che all’insaputa
del padre o dei suoi compagni, si è innamorata di Lucian…
Sarà l’inizio della fine o l’inizio di
un nuovo inizio…
Un film che porta in se i germi di un dramma shakespeariano
dove amore, sangue, passione e tradimenti si miscelano tra
effetti speciali mai fini a se stessi. La figura di Lucian,
i suoi discorsi “politici” non possono non ricondurci
ad un altro famoso schiavo che volle farsi uomo libero, Spartacus,
così che il parallelismo, per chi lo vuole trovare,
scorre gradevole e compiacente.
Per il resto Underworld: la ribellione
dei Lycans è un godibile prodotto di puro intrattenimento,
senza infamia e senza particolari lodi, onesto nel suo intento
– puro entertainment – lontano da pretese filosofiche-culturali
di certo cinema fantasy imperante. Per una serata spensierata
di puro svago. [fabio melandri]