Un'impresa da Dio
Evan Almight
Regia
Tom Shadyac
Sceneggiatura
Steve Oedererk
Fotografia
Ian Baker
Montaggio
Scott Hill
Scenografia
Linda Descenna
Costumi
Judy R. Howell
Musica
John Debney
Interpreti
Steve Carrell, Morgan Freeman, Lauren Graham, John Goodman,
John Michael Higgins, Jimmy Bennett, Wanda Sykes
Produzione
Spyglass Original Film
Anno
2007
Nazione
USA
Genere
commedia
Durata
96'
Distribuzione
Universal Pictures Int.
Uscita
28-09-2007
Giudizio
Media

Dopo quattro anni dalla commedia a sfondo biblico Una settimana da Dio, il regista Shadyac dà vita a una sorta di sequel, senza l'interpretazione di Jim Carrey che ne aveva decretato la fortuna nelle sale di tutto il mondo. Al posto di Bruce, c'è il giornalista antagonista Evan; al posto della creazione del mondo, abbiamo un altro episodio della Genesi, il versetto 6-14 che riguarda Noè e la sua arca; Morgan Freeman indossa nuovamente i panni di Dio.
Evan Baxter è un reporter di successo con una grande presa sul pubblico. Ha carisma e suscita un'irresistibile simpatia per ogni impresa che compie. Lascia il suo lavoro per dedicarsi alla politica. Si candida e vince le elezioni. Rappresentante dello stato della Virginia al Congresso a Washington Evan si trasferisce con la sua famiglia ma dovrà decidere, se mirare alla realizzazione dei suoi interessi, avere una casa più grande, una macchina più potente, un conto in banca più ricco, o mettersi al servizio della comunità.
Il motto con cui ha conquistato il seggio in parlamento è "Cambiare il mondo". Evan è un cinico idealista, ha quasi cinquant'anni ma non sa cosa lo rende un uomo felice. L'egoismo o l'altruismo. Salvare il pianeta o l'unità della famiglia. Ma da dove si comincia a cambiare il mondo? Evan se ne rende conto ben presto fin dal suo ingresso nel nuovo ufficio. Gli viene offerto di firmare una legge federale che autorizzi ogni privato cittadino a edificare dove e come vuole, infischiandosene dell'ambiente. Più che un disegno di legge, un olocausto. In cambio di una firma, a Evan si aprirebbero le porte per la presidenza. Ma se non firmasse gli si aprirebbero quelle del Paradiso. Le conseguenze di questa legge si rivelano in tutta la loro portata quando Evan viene chiamato da Dio a realizzare la sua volontà. Costruire un'arca per salvare tutte le creature dell'universo dalle acque. Dopo un'iniziale resistenza Evan porterà a termine la sua missione.
Il più grande difetto per una commedia è non far ridere. E "Un'impresa da Dio" ci riesce benissimo. Troppo presi dagli argomenti spirituali e biblici, regista e sceneggiatori (peraltro Shadyac e Oedererck avevano dimostrato il loro onesto talento in Patch Adams, Ace Ventura e Il professore matto) sprecano tutto il potenziale comico in una tirata moraleggiante dalle finalità alquanto velleitarie. E ci si domanda se serviva scomodare, Dio, la Genesi, Noè, l'Arca e la salvezza dell'umanità per impedire l'attuazione di una legge ambientalista circoscritta al solo territorio americano e non di interesse mondiale come il trattato di Kyoto.
La regia, la sceneggiatura e la recitazione non superano lo standard televisivo, mettendosi al servizio di una trama scontata dal primo all'ultimo fotogramma. Non c'è una battuta degna di questo nome e le poche intuizioni fisiche del protagonista sono ingenue e irritanti. Dopo oltre un'ora su questo tenore, improvvisamente il registro muta e si capisce dove gli autori vogliano andare a parare. Un paio di sequenze che stonano col resto del film ma che sono ispirate da una certa grazia poetica e che inducono a una riflessione sincera e appassionata sul rapporto tra l'uomo e il sacro. Purtroppo questi interrogativi restano in superficie e si perdono nel giro di poche inquadrature e avrebbero snaturato il clima infantile della storia. In quest'opera sconclusionata si salvano gli attori di razza.
Morgan Freeman incarna un Dio saggio e paterno che sembra uscito dai film di John Huston e Cecil B. De Mille, mentre John Goodman riempie lo schermo con la sua contagiosa simpatia. [matteo cafiero]